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Arresti e perquisizioni per gli scontri al corteo No Expo: in carcere 8 antagonisti (FOTO)

Giovedì mattina blitz coordinato dalla Questura di Milano, nel mirino i gruppi anarchici e antagonisti protagonisti degli scontri al corteo No Expo dello scorso primo maggio. In carcere otto persone, quattro italiani e quattro greci. Altre due sono latitanti. Cinque attivisti denunciati a piede libero.
A cura di Va.Re.
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Giovedì mattina un blitz coordinato dalla Questura di Milano ha portato all'esecuzione di dieci ordini d'arresto. Nel mirino i gruppi anarchici e antagonisti protagonisti degli scontri al corteo No Expo dello scorso primo maggio, quando violenti incidenti provocarono la distruzione di macchine, negozi e ripetuti incidenti con le forze dell'ordine.

L'operazione, eseguita dagli agenti della Polizia di Stato, è scattata all'alba a Milano ma anche in Grecia, con l'applicazione di dieci ordini di custodia cautelare in carcere, per altrettanti cittadini italiani e greci. Pesanti le accuse: devastazione e saccheggio, resistenza a Pubblico Ufficiale aggravata e travisamento. Otto le persone effettivamente finite in carcere, quattro italiani e quattro greci. Altre due, un italiano e un greco, sono al momento latitanti.

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Indagini durate sei mesi

Oltre agli arrestati, appartenenti all'area anarchica e antagonista, sono state eseguite anche perquisizioni nelle abitazioni di altri attivisti e notificate diverse denunce a piede libero per i medesimi reati. Si tratta in questo caso di tre milanesi, un greco e un comasco. Le indagini, durate sei mesi e che proseguono tuttora, sono state coordinate coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e portate avanti dal sostituto procuratore Piero Basilone. Gli arresti sono stati emessi dopo la visione di oltre 600 gb di materiale fotografico e filmato dei momenti degli incidenti.

Agirono come un "blocco nero"

Le indagini degli inquirenti proseguono per cercare di capire se dietro le devastazioni di Milano dello scorso primo maggio vi fu una regia internazionale. I greci arrestati, difatti, arrivarono in Italia proprio con lo scopo di distruggere. Secondo il giudice per le indagini preliminari Donatella Banci Buonamici le persone arrestate agirono come un commando, compattandosi "in modo da formare un unico blocco nero" e agendo in concorso "con almeno 300 soggetti". Il procuratore aggiunto Romanelli ha preannunciato sviluppi nell'inchiesta.

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