Appello di oltre 100 sindaci del Milanese a Gallera e Ats: “Più tamponi, medici a casa, mascherine”
Una lunga lettera firmata da oltre 100 sindaci della provincia di Milano, tra i quali anche Giuseppe Sala, sindaco del capoluogo lombardo, per chiedere un potenziamento della rete di sorveglianza territoriale: l'appello è rivolto direttamente al Direttore Generale di ATS Milano, Walter Bergamaschi, e all'assessore Giulio Gallera ai quali vengono chiesti nello specifico più tamponi, l'aumento delle Usca, le cosiddette unità speciali che prestano servizio sul territorio e mascherine.
La denuncia sindaci: attivate solo 8 USCA su 65 previste
La lettera arriva da sindaci di diversi schieramenti, civici, di centrosinistra e di centrodestra, ad eccezione di quelli della Lega e denuncia esplicitamente la presenza di sole 8 USCA, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, a fronte delle 65 che, secondo i calcoli, avrebbero dovuto essere attivate. Le USCA sono state istituite dal Governo per fornire una gestione domiciliare dei pazienti COVID, quelli dimessi dalle strutture ospedaliere o mai ricoverati, o con sintomatologia simil-influenzale di cui non è nota l’eventuale positività e secondo la normativa nazionale devono operare in stretta sinergia con i Medici di Medicina Generale nella misura di una ogni ogni 50.000 abitanti: "È del tutto evidente che, con questi rapporti ogni Unità dovrebbe farsi carico di bacini di oltre 400.000 persone, rendendo di fatto inattuabile la fondamentale sorveglianza territoriale che l’epidemia da Covid-19 richiede – si legge nella lettera – più in dettaglio, infatti, riducendo la platea dei pazienti interessati ai soli positivi secondo gli ultimi numeri forniti da ATS, ogni USCA dovrebbe monitorare addirittura 1.600 casi".
Cosa succederà dopo la scadenza delle quarantene?
I sindaci inoltre si dicono preoccupati dal fatto che proprio in questi giorni stanno scadendo le quarantene di numerosi pazienti, messi in isolamento per aver presentato una sintomatologia fortemente sospetta: "Abbiamo appreso nelle scorse ore della possibilità che le loro quarantene vengano prorogate fino al 3 maggio. Questo sarebbe un passo in avanti rispetto alle situazioni in essere, ma il problema si ripresenterebbe alla nuova scadenza", scrivono i sindaci che puntano il dito contro un eventuale ritorno a lavoro di questi sospetti pazienti la cui fine della quarantena sarebbe assolutamente arbitraria e non basata su una effettiva verifica "esponendo ad un reale pericolo di contagio, non soltanto in ambiente sanitario, con la possibilità di un secondo picco epidemico".
Le cinque richieste dei sindaci nel Milanese
Sulla base di tali segnalazioni, i sindaci fanno cinque richieste:
1 – Rafforzare con urgenza la rete delle USCA, garantendone almeno una per ambito territoriale, dotandole di adeguato personale ed investendo sulla loro stretta connessione con i medici di medicina generale;
2 – Garantire ai medici di medicina generale i dispositivi di protezione individuale necessari e di dotazioni strumentali, quali i saturimetri, quanto mai indicati per lo screening ed il monitoraggio dell’epidemia;
3 – Chiarire in modo definitivo le modalità di accesso al tampone per i pazienti;
4 – Effettuare i tamponi per il Covid-19 a tutte le persone che hanno terminato la quarantena, comprendendo anche i sospetti positivi, in modo da verificarne l’effettiva guarigione e la possibilità di riammissione;
5 – Procedere a un’ulteriore fornitura di mascherine a favore dei cittadini, alla luce del fatto che la precedente spedizione ai comuni non ha coperto tutta la popolazione e che probabilmente dovremo indossare questi DPI anche nelle prossime settimane.