Appalti Expo truccati: arrestato Acerbo per “Vie d’acqua”
Per l’ex responsabile del Padiglione Expo d’Italia, Antonio Acerbo, sono stati disposti gli arresti domiciliari, a seguito dell’inchiesta riguardante il progetto “Vie d’acqua”. Corruzione e turbativa d’asta, i reati di cui è accusato Acerbo, già dimessosi da tutti gli incarichi, in particolar modo da quella di direttore, commissario delegato e responsabile della costruzione del padiglione.
La Procura di Milano aveva iniziato le sue indagini a seguito dell’istituzione dell’appalto alla Maltauro Spa, dal valore di ben 100 milioni di euro, delle “Vie d’acqua”. Secondo i pm Gittardi e D’alessio, infatti, Acerbo, che appunto era presidente della commissione aggiudicatrice degli appalti sulla realizzazione dei canali, avrebbe favorito l’imprenditore che lo avrebbe generosamente ricompensato. E’ stato anche grazie alle intercettazioni che Maltauro e Acerbo sono stati incastrati: durante una riunione con Gianstefano Frigerio e Sergio Cattozzo, infatti, l’imprenditore, vantandosi, confessava “Nessuno è più vecchio amico di me con Acerbo. Non c’è nessuno che è più vecchio amico di me con Acerbo. E’ un vecchio democristiano ma lui lavorava in Montedison, da ragazzo e io l’ho conosciuto. Ho fatto un lavoro per Montedison dove lui era Direttore dei Lavori e abbiamo avuto un grande successo. Ha fatto anche un po’ di carriera attraverso un lavoro nel 1982…”.
Altra conferma è stata fornita dalla confessione di Giuseppe Asti, della società Tagliabue, che dopo essere stato indagato e interrogato, ha fatto cenno alla promessa di una eventuale consulenza per il figlio di Acerbo, che in cambio avrebbe imposto la Tagliabue nell’Ati guidata dalla Maltauro, e creato il bando per le Vie d’acqua poi da lui assegnato. Anche per Frigerio e Primo Greganti, ex Dc, e per Luigi Grillo, ex senatore pdl, è stato chiesto il rito immediato da parte della Procura di Milano, che li ha considerati colpevoli di aver truccato le gare d’appalto dell’Expo e di Sogin, in cambio di tangenti. Ora, Raffaele Cantone, presidente dell’ANAC, Autorità Anticorruzione, ha fatto intendere che sarà inevitabile il commissariamento dell’appalto in questione, aggiungendo: “Ovviamente Expo risentirà di un danno che deriva da un soggetto che però è già uscito da alcuni giorni dalla struttura”.