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Covid 19

Amicizia dimenticata, la Lombardia leghista vuole processare la Cina (ma non chiede più 20 miliardi)

Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato una mozione della Lega che chiede alla giunta regionale di procedere a livello nazionale e internazionale per chiarire “le responsabilità del governo cinese nella mancata e tempestiva comunicazione circa quanto conosciuto relativamente al Covid-19”. Dopo solidarietà e amicizia, è il momento della guerra diplomatica sulle colpe per la diffusione del virus nel mondo. Il Carroccio rinuncia però alla richiesta di 20 miliardi di danni a Pechino, annunciata dal segretario regionale Paolo Grimoldi.
A cura di Simone Gorla
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"Attivarsi presso il Governo italiano e l’Unione Europea al fine di intraprendere una procedura volta al riconoscimento delle responsabilità del governo cinese nella mancata e tempestiva comunicazione circa quanto conosciuto relativamente al Covid-19″. È la richiesta di una mozione presentata dalla Lega e approvata dal Consiglio regionale della Lombardia, che mette sotto accusa il governo di Pechino per le responsabilità nella diffusione del virus e i ritardi nella trasmissione delle informazioni agli altri Paesi. "C’è stato un atteggiamento doloso da parte delle autorità cinesi nel tenere nascosta l’epidemia, questo è un dato di fatto – affermano i consiglieri del Carroccio – La Repubblica Popolare cinese deve rispondere della propria colpa davanti all’intera comunità internazionale"

La Lombardia contro la Cina, ma la Lega non chiede più 20 miliardi di danni

Alla fine di aprile il segretario lombardo della Lega, Paolo Grimoldi, aveva annunciato che il suo partito avrebbe proposto di avanzare una richiesta di danni per 20 miliardi da parte della Lombardia nei confronti di Pechino. Il documento votato oggi a maggioranza (42 voti favorevoli e 33 contrari), primo firmatario il capogruppo Roberto Anelli, prevedeva anche la richiesta dei danni alla Cina, ma prima del dibattito è stato modificato dalla stessa Lega, eliminando la richiesta di risarcimento.

Dopo solidarietà e amicizia, è il momento della guerra diplomatica

Già all'epoca delle parole di Grimoldi aveva sorpreso l'attacco frontale a un Paese che nelle settimane di picco dell'epidemia aveva inviato medici, infermieri e materiale. Il governatore lombardo Attilio Fontana aveva riservato un'accoglienza calorosa alla delegazione della croce rossa cinese, chiamata a "spiegare" ai cittadini lombardi la necessità di misure più rigorose. Ma si potrebbero ricordare anche le mascherine donate dalla comunità cinese a Milano. La Lombardia che ricordava di avere "tanti amici nel mondo" e di non essere stata lasciata sola", passa ora alla guerra diplomatica contro quegli stessi "amici".

"Non è una mozione contro le comunità cinesi in Italia"

Ma la Lega sottolinea che non si tratta di una mozione contro le comunità cinesi in Italia – "gente umile e discreta, instancabili lavoratori, persone che stimiamo e che contribuiscono a far grande la Lombardia" – ma è rivolta al governo cinese. “È ormai accertato – sostiene Anelli – come la Cina abbia tenuto nascosto al mondo per settimane la presenza della malattia sul proprio territorio. In questo modo si sono avuti ritardi gravissimi, e dalle conseguenze irreparabili, nell’adozione delle misure necessarie da parte di tutta la comunità internazionale”.

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