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Agnosine, metalli pesanti rendono bianche le acque di un fiume: sequestrate tre discariche

I carabineri forestali hanno sequestrato tre discariche di rifiuti ad Agnosine, in provincia di Brescia, e denunciato quattro persone per inquinamento ambientale aggravato e traffico di rifiuti. Le indagini dei militari erano partite nel febbraio del 2019 in seguito a un curioso e inquietante fenomeno: le acque di un torrente erano diventate completamente bianche. Nel corso d’acqua sono state rilevate concentrazioni sopra le soglie di piombo, zinco e cadmio e sostanze cancerogene.
A cura di Simone Gorla
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Migliaia di tonnellate di scorie di metalli pesanti tombate vicino a un corso d'acqua in modo illegale. Le hanno scoperte i carabineri forestali in tre discariche di rifiuti ad Agnosine, in provincia di Brescia, che sono state sequestrate. Le indagini dei militari erano partite nel febbraio del 2019 in seguito a un curioso e inquietante fenomeno: le acque di un torrente erano diventate completamente bianche per un tratto di circa 600 metri, con alveo ricoperto da abbondanti depositi di fanghi dello stesso colore e da incrostazioni di aspetto calcareo.

Acque di un torrente diventano bianche: scoperte tre discariche illegali di metalli pesanti

Grazie a un lungo lavoro di approfondimento, i forestali sono riusciti ad individuare la causa dell'inquinamento: centinaia di migliaia di tonnellate di scorie prodotte da tre acciaierie di Odolo (Brescia) – di cui solo una ancora attiva – tombate negli anni Ottanta in altrettante discariche che occupano una superficie di oltre 5 ettari e che sono ubicate a ridosso del corso d'acqua. Il tutto senza la presenza di un idoneo sistema di raccolta e gestione del percolato, obbligatoriamente previsto sia dalle norme dell'epoca che da quelle attuali.

Quattro denunciati per inquinamento ambientale aggravato e traffico di rifiuti

A causa del mancato rispetto delle norme a tutela dell'ambiente quattro persone sono state denunciate per il reato di inquinamento ambientale aggravato commesso in modo permanente dal 1987 a oggi. ARPA Lombardia ha rilevato nelle acque del torrente il superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione di metalli pesanti come piombo, zinco e cadmio. Trovati anche inquinanti persistenti di riconosciuta cancerogenicità quali i Policlorobifenili (PCB). Tre degli indagati, dirigenti dell'acciaieria ancora attiva, sono inoltre accusati di aver commesso anche il delitto di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti.

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