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Accordo tra Airbnb e Comune di Milano: cosa cambia per chi utilizza il portale

Il Comune di Milano e il portale di affitti Airbnb hanno siglato un accordo che regola la modalità di riscossione dell’imposta di soggiorno. Ecco cosa cambia per gli utilizzatori della piattaforma.
A cura di Redazione Milano
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Il Comune di Milano e il portale di affitti Airbnb hanno siglato un accordo che regola la modalità di riscossione dell’imposta di soggiorno. Dallo scorso primo marzo è Airbnb a riscuotere l'imposta, dovuta dai non residenti che soggiornano nelle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere del territorio comunale: successivamente il portale riversa nelle casse di Palazzo Marino l'importo. Grazie a questo accordo Milano è diventata la più grande città d’Italia ad aver sottoscritto un accordo con Airbnb: "Grazie alla preziosa collaborazione della piattaforma, il Comune può contare sulle quote delle imposte dovute. Un passo avanti che punta a dotare di strumenti di certificazione certi un settore in rapida espansione anche nella città di Milano che, proprio per la sua affermazione, porta con sé rischi di evasione fiscale", ha affermato l’assessore al Bilancio Roberto Tasca.

Cosa cambia per chi usa Airbnb

L'imposta di soggiorno è una leva fiscale molto importante per la città (non solo Milano): le entrate derivanti dalla tassa sono infatti destinate a interventi nei servizi turistici e per il recupero e la manutenzione dei beni culturali e ambientali cittadini. Secondo le stime del Comune, l'incasso derivante dall'imposta di soggiorno riscossa da Airbnb sarà di circa tre milioni di euro. Cosa cambia per gli utilizzatori della piattaforma? Dal primo marzo il prezzo degli annunci di appartamenti, case e stanze che trovano su Milano è già comprensiva dell’imposta di soggiorno, pari a tre euro a persona a notte per un massimo di 15 notti. Questo importo verrà poi versato da Airbnb a Palazzo Marino con cadenza trimestrale. Nel capoluogo lombardo, secondo quanto ha reso noto Airbnb, sono circa 16mila gli annunci presenti, con un incremento del 15 per cento rispetto all’anno precedente. Negli ultimi mesi sono state 600mila le persone ospitate nelle diverse strutture (più 34 per cento rispetto allo scorso anno), con una media di 3,3 notti. Chi ha affittato la propria stanza o casa a Milano, lo scorso mese, lo ha fatto in media per 35 notti, ricavando circa duemila euro.

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