A Salò apre la mostra sul “culto del duce”. L’Anpi: “Immorale ed esecrabile”
Ha aperto a Salò, in provincia di Brescia, una mostra destinata a far parlare di sé: "Il culto del duce. L'arte del consenso nei busti e nelle raffigurazioni di Benito Mussolini". Fino al 28 maggio 2017 al MuSa (Museo di Salò), sarà visitabile la rassegna curata dal direttore Giordano Bruno Guerri, che si ripromette di indagare il culto del duce "per capire cosa sia stato il fascismo e il suo rapporto con gli italiani", spiegano dal museo in un comunicato stampa.
Esposte ci sono 33 sculture e decine di altre opere: dipinti, xilografie, icone che costituiscono la summa di quella "idealizzazione" della figura del duce che fu un pilastro fondante della propaganda mussoliniana. La rassegna racchiude opere di artisti noti e meno noti: Salvatore Monaco, Giacomo Balla, Luigi Fabris, Renato Borelli col suo profilo continuo (una scultura col volto di Mussolini stilizzato che, illuminata dalla giusta luce, proietta l'ombra del duce sul muro).
Anpi: "Si sta trasformando Salò nel santuario della nuova destra"
Il valore artistico e culturale della rassegna, difeso dal MuSa, è però messo in dubbio dalle tante voci critiche che si sono levate contro la mostra. Da Rifondazione comunista, che ha espresso il proprio "orrore e raccapriccio" contro la rassegna, all'Anpi, che ha bollato l'operazione come "morale ed esecrabile". Secondo l'associazione nazionale partigiani la rassegna si inserisce in una tendenza in atto nelle forze di estrema destra che "punta a trasformare Salò nel santuario della nuova destra, sdoganando il fascismo repubblichino come brand commerciale". In una lettera aperta pubblicata dalla sezione bresciana dell'Anpi si sottolinea inoltre come la mostra non fornisca adeguati cenni critici sulle vicende che hanno portato alla costruzione della cosiddetta "fabbrica del consenso": violenze, dittatura, discriminazioni.