“A Milano il virus circolava già il 26 gennaio”: oltre mille lombardi malati prima del paziente uno
Quando ha iniziato a circolare il coronavirus in Lombardia? È la domanda che addetti ai lavori e cittadini si pongono da due mesi, da quando, la notte tra il 21 e il 22 febbraio, è stato individuato il "paziente uno", il 38enne di Codogno ricoverato in gravi condizioni il cui tampone è stato il primo ufficialmente positivo. Da subito era apparso chiaro che Mattia M. non poteva essere davvero la prima persona infetta e che probabilmente il contagio era già presente da settimane nel territorio lombardo. Ora un'analisi della task-force sanitaria della Regione Lombardia, riportata dal Corriere della Sera, ricostruisce per la prima volta l'andamento del covid-19 nel "mese oscuro" che ha preceduto l'inizio dell'emergenza.
Il coronavirus era a Milano già a fine gennaio: lo studio della task force lombarda
Per "tornare indietro nel tempo" gli scienziati si sono affidati alle testimonianze dei malati. Man mano che i casi di contagio venivano accertati, i medici hanno chiesto ai pazienti quando avessero avuto primi sintomi. Pur trattandosi di ricostruzioni non sempre affidabili al 100 per cento, hanno permesso di ricreare una linea cronologica della fase "pre" paziente uno. Ne risulta che il coronavirus con tutta probabilità circolava a Milano già il 26 gennaio, quasi un mese prima dell'allarme a Codogno. Sempre secondo lo studio riportato dal Corriere della Sera, almeno 160 persone avevano già contratto il virus tra Milano e provincia e circa 1.200 in tutta la Lombardia.
Perché nessuno si è accorto del contagio
Perché nessuno si è accorto di quello che accadeva? Come già denunciato da molti medici di base e ospedalieri, in diverse aree lombarde, tra cui quella di Bergamo e della Val Seriana, a gennaio e febbraio erano stati individuati casi di polmoniti e altri sintomi analoghi a quelli del covid-19, scambiati per influenza. Un errore comprensibile se si considera che alla fine di gennaio la pandemia non era ancora in atto e si parlava di contagi diffusi solo in Cina. Solo il 10 gennaio l’Organizzazione mondiale della sanità aveva diffuso la notizia dell’epidemia e il 22 gennaio era scattata la quarantena a Wuhan. Negli stessi giorni in cui, secondo la ricostruzione, a Milano erano già malate una quarantina di persone. Una settimana più tardi, il 29 gennaio, sono stati ricoverati allo Spallanzani di Roma i due turisti cinesi positivi. Se confermata, questa analisi dimostra che, mentre le autorità italiane si preoccupavano di bloccare i voli e controllare la salute di chi arrivava dalla Cina, il contagio era già in mezzo a noi.