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A Milano e Bergamo i ventilatori donati da Putin: in Russia hanno provocato due incendi mortali

Ventilatori di produzione russa che avrebbero provocato due incendi in un ospedale di San Pietroburgo e in uno di Mosca nei quali sono morti sei pazienti. Sono gli stessi che sono stati donati da Putin all’Italia e che hanno raggiunto gli ospedali di Milano e Bergamo nel pieno dell’emergenza Covid: ora l’Authority per la Sanità in Russia ha ordinato il ritiro di quei respiratori.
A cura di Redazione Milano
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Nell'ultima settimana in Russia ci sono stati due incendi mortali all'interno di altrettanti ospedali, uno a San Pietroburgo e l'altro a Mosca: secondo quanto emerso dalle indagini sembra che in entrambi i casi le fiamme siano partite da alcuni ventilatori polmonari ai quali erano attaccati i pazienti Covid-19 ricoverati nei reparti.

Morti sei pazienti nei due incendi a Mosca e San Pietroburgo

Oggi Roszdravnadzor, l’Authority per la Sanità in Russia, ha ordinato di non utilizzare più il modello di ventilatori polmonari di produzione russa Aventa-M in uso in quegli ospedali e non solo. A quanto pare quei ventilatori sono stati prodotti dalla stessa azienda il cui marchio è riportato sulle apparecchiature donate da Putin all'Italia lo scorso marzo nel pieno dell'emergenza Coronavirus, respiratori artificiali secondo quanto riportato da Corsera, poi posizionati negli ospedali di Bergamo e Milano. Ad oggi delle 150 apparecchiature giunte da Mosca alcune sarebbero ancora installate in Lombardia: al momento però non è stata data informazione circa un eventuale utilizzo o meno di questi respiratori.

Bloccato l'uso dei ventilatori russi

Il primo incendio è avvenuto a Mosca lo scorso sabato, all'interno dell'ospedale Covid Spasokukotsky: è qui che un ventilatore polmonare al quale era attaccato un paziente si sarebbe surriscaldato finendo per dare vita al rogo che poi ha ucciso lo stesso paziente. Lunedì un episodio simile è avvenuto all'interno del reparto di terapia intensiva della clinica San Giorgio di San Pietroburgo: un fiammata sarebbe partita da uno dei cinque ventilatori ai quali erano attaccati altrettanti pazienti Covid positivi, un rogo improvviso e per loro non c'è stato nulla da fare. Quello che inizialmente sembrava un corto circuito ha portato alla luce una realtà diversa. E così il funzionario del governo, Aleksej Anikin, spiega che la causa dell'incidente potrebbe essere il surriscaldamento degli apparati di ventilazione polmonari Aventa-M. Roszdravnadzor ha dichiarato di aver avviato la valutazione su qualità e sicurezza degli apparecchi.

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