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“A Bergamo speranza vita indietro di 20 anni”: la stima dell’Istat dopo il coronavirus

Dopo la strage provocata dall’epidemia di coronavirus, in provincia di Bergamo la speranza di vita torna indietro di vent’anni, ai livelli del 2000. Lo ha detto il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, parlando degli effetti della pandemia nel territorio più colpito. A oggi l’Istat ha rilevato un aumento di mortalità nazionale nell’ordine delle 40 mila unità circa.
A cura di Simone Gorla
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Dopo la strage provocata dall'epidemia di coronavirus, in provincia di Bergamo la speranza di vita torna indietro di vent'anni, ai livelli del 2000. Lo ha detto il presidente dell'Istat, Gian Carlo Blangiardo, parlando degli effetti della pandemia.

A Bergamo la speranza di vita indietro di 20 anni

"Secondo stime molto ragionevoli, l'ipotetica tavola di mortalità del 2020 segnerebbe in provincia di Bergamo, per esempio, un ritorno alla speranza di vita della tavola all'anno 2000, cioè torniamo indietro di 20 anni", ha sottolineato il numero uno dell'istituto di statistica, mentre "In molte altre province torniamo indietro di 10/15 anni".

Un evento drammatico ed estremamente localizzato

Dai rilievi statistici, emerge il quadro di un evento che è stato "veramente qualcosa di drammatico, ma localizzato", ha aggiunto Blangiardo, "e questo credo sia un elemento importante". Secondo il presidente Istat, intervistato al Forum Pa 2020, "non è il numero dei morti nazionali il dato macroscopico drammatico. Ma il vero problema è il dato locale". Il dato che Blangiardo sottolinea è quindi quello relativo alla concentrazione locale, spiegando che è importante "capire come mai lì, questa è la sfida alla conoscenza e mi auguro che in tempi ragionevolmente brevi avremo delle risposte".

I dati sulle vittime di covid a Bergamo

A oggi l'Istat ha rilevato un aumento di mortalità nazionale nell'ordine delle 40 mila unità circa. "Ricordo che nel 2015, rispetto all'anno prima, l'aumento è stato di 50 mila unità delle morti e nel 1956, ai tempi dell'asiatica, ci sono stati 50.000 morti in più". Il reale bilancio dei morti per coronavirus in provincia di Bergamo è di fatto sconosciuto. Potrebbero essere migliaia le vittime che potrebbero non essere rientrate nei conteggi ufficiali. All'inizio di giugno il primo cittadino di Bergamo, Giorgio Gori, ha denunciato una mancanza di trasparenza sui dati, affermando: "La Regione Lombardia ha secretato i dati dei decessi per provincia".

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