A 26 anni è morta Angelica Angelinetta, per tutta la vita ha lottato contro la fibrosi cistica
"Crescere con questa malattia significa capire che vivere è la cosa più bella e rara al mondo e che i più, esistono solamente", scriveva Angelica Angelinetta su Facebook nell'aprile 2014. E' morta pochi giorni fa di fibrosi cistica, malattia da cui era affetta fin da piccola. "Sono nata con la Fibrosi Cistica tra le braccia di due genitori meravigliosi. Mi hanno riempita di dolcezza e forza ogni giorno, mi hanno curata con precisione e determinazione. Le terapie giornaliere non erano altro che un'ulteriore dimostrazione d'amore, un'occasione per riempirmi di coccole ed attenzioni. La mia meravigliosa sorella tiene stretta la mia mano sin da quando eravamo piccine, non mi ha mai fatto sentire diversa ma mi ha trasmesso tutto il suo essere speciale. Hanno trasformato ricoveri, flebo, punture, aerosol e antibiotici in una quotidianità necessaria ma per niente pesante. Sono stati in grado di far diventare la Fibrosi Cistica la ragione che mi spinge a godermi ogni istante della vita con una passione fuori dal comune ed è a loro che devo ogni mio respiro", scriveva Angelica, scomparsa a soli 26 anni. Abitava a Dongo, sul lago di Como. Insieme a una sua amica aveva organizzato la Marafibrositona, una corsa di 5 chilometri sulle rive del lago. La quarta edizione era prevista per luglio, ma poi era stata spostata a settembre a causa della salute di Angelica.
La fibrosi cistica è la più comune fra le malattie genetiche gravi, presente fin dalla nascita in quanto dovuta a un gene difettoso. La fibrosi cistica altera le secrezioni di molti organi e a subire i guai peggiori sono i bronchi e i polmoni: "al loro interno il muco tende a ristagnare, generando infezione e infiammazione ingravescenti. Queste, nel tempo, tendono a portare all’insufficienza respiratoria", si legge sul sito Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica. "Oltre che respiratori, i sintomi sono a carico del pancreas, che non svolge l’azione normale di riversare nell’intestino gli enzimi: ne deriva un difetto di digestione dei cibi, diarrea, malassorbimento, ritardo di crescita nel bambino e scadente stato nutrizionale nell’adulto. Il progredire del danno pancreatico porta spesso con l’età a una forma di diabete. Altre manifestazioni possono riguardare l’intestino, il fegato, le cavità nasali e nel maschio i dotti deferenti", si legge ancora.