Telefona alla polizia: “Aiuto, mi hanno rapito”. Ma in realtà è solo sbronzo per il Natale
E' la mattina di Natale, una mamma riceve una telefonata dal figlio: "Sono rinchiuso in una stanza stretta, non so dove, non so come ci sono finito. Non riesco a uscire, c’è solo una grata sopra di me". Preoccupata, informa immediatamente il commissariato, che comincia le indagini. Il ragazzo viene trovato appena un'ora dopo. Per oltre mezzora gli agenti non riescono a mettersi in contatto con lui, poi risponde e invia la localizzazione con il telefono. Il gps segnala una zona di Casate, periferia di Como, nei pressi dell'ospedale Sant'Anna.
Nel frattempo il ragazzo, 21 anni, viene trovato da una squadra di operai dell'ospedale in uno stanzino riservato alle loro attrezzature. Questa la ricostruzione di quanto accaduto: la notte della vigilia di Natale, verso le 4 di mattina, il 21enne era finito al pronto soccorso per una forte ubriacatura. Secondo i medici non aveva nulla di preoccupante e così lo hanno dimesso poco dopo. Lui ha cominciato a vagare per l'ospedale ed è finito nello stanzino, dove poi si è addormentato e risvegliato solo alle 10.30 della mattina di Natale, intrappolato all'interno. Della sera non ricordava assolutamente niente.