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Pavia, bacio gay in auto: “Poliziotto ci ha detto di evitare davanti ai bambini”

“Evitate di fare queste cose, siamo in un luogo pubblico, potrebbero esserci dei bambini”: è quanto un agente avrebbe detto a due ragazzi di 20 anni che si stavano scambiando un bacio nei pressi della stazione. Il poliziotto li ha fermati per un controllo.
A cura di Susanna Picone
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Due ragazzi gay fermati per un controllo davanti alla stazione di Pavia mentre si stavano scambiando un bacio in auto e invitati a evitare determinati comportamenti. È l’episodio accaduto qualche giorno fa a Pavia che, come ha raccontato Il Fatto Quotidiano, non ha lasciato indifferente né l’assessore alle pari opportunità Laura Canale né l’Arcigay che ha parlato di “un grave episodio di discriminazione di stampo omofobico”. Come ha ricostruito il quotidiano, ai due ragazzi che si stavano salutando alla stazione un poliziotto avrebbe rivolto queste parole: “Evitate di fare queste cose, siamo in luogo pubblico, potrebbero esserci dei bambini”. Una raccomandazione che non è piaciuta ai due giovani che ora chiedono le scuse. Secondo la versione del loro avvocato, Niccolò Angelini , i due avrebbero parcheggiato nel posto riservato alla Polfer e mentre si salutavano un poliziotto avrebbe bussato al finestrino e avrebbe pronunciato quelle parole chiedendo loro di fornire patente e libretto. Dopo qualche minuto, un altro poliziotto restituendo i documenti, avrebbe commentato: “La prossima volta evitate, grazie”.

Il questore di Pavia Ivana Petricca da parte sua ha escluso qualsiasi tipo di discriminazione da parte degli agenti. Ha infatti spiegato che da quanto risulta l’attenzione degli agenti è stata richiamata da due persone inchinate a bordo di una macchina, in un luogo riservato alla Polfer, dove è vietato il parcheggio delle automobili: “Allo scopo di verificare se si trattasse di un furto, hanno bussato al vetro e hanno voluto appurare l’appartenenza dell’autovettura. Quando si sono resi conto che i due erano intenti a fare altro, hanno chiesto ai ragazzi di spostarsi come l’avrebbero detto a chiunque altra persona”. L’avvocato dei due giovani ha escluso per il momento qualsiasi azione di tipo legale ma ha ribadito che i ragazzi pretendono le scuse per una frase che li ha umiliati: “Non contestiamo il fatto che l’auto fosse in un posto sbagliato, il controllo dei documenti era corretto ma quella frase usata dall’agente di Polizia, li ha profondamente colpiti e umiliati”.

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