La invitano per un gelato, poi la picchiano e le bruciano i capelli: nei guai due 12enni
Dodici anni, timida, con qualche difetto di apprendimento. La vittima perfetta per due compagne di classe. La invitano a casa per un gelato, poi la maltrattano, la picchiano. Le bruciano parte dei capelli con un accendino e la abbandonano nei pressi di un canale. Giovanna (nome di fantasia) scappa piangendo e racconta tutto ai genitori. Le due bulle vengono denunciate, ma non sono imputabili perché troppo giovani. È successo nel pomeriggio di martedì a Busto Garolfo, provincia di Milano.
La famiglia di Giovanna è egiziana, lei è nata in Italia, ha due fratelli ed è perfettamente integrata con i suoi compagni. L'unico problema, che potrebbe aver convinto le due compagne a sceglierla come vittima, un piccolo deficit cognitivo e tanta timidezza. Martedì, dopo scuola, le due compagne l'hanno avvicinata: "Ti va un gelato a casa mia?", le hanno proposto. Giovanna ha detto si, felice di poter fare nuove amicizie. Ma una volta nell'appartamento, le due coetanee la picchiano, la riempiono di botte e graffi. Una delle due prende un accendino e le dà fuoco ai capelli, ma per fortuna Giovanna riesce a spegnere le fiamme con le mani. Tutto sommato la ragazza sta bene, è stata ricoverata in ospedale solo per accertamenti. Ma le conseguenze, più che fisiche, sono psicologiche e già il Comune ha attivato psicoterapeuti e assistenti sociali, sia per lei che per le compagne.
Il fratello: "Siamo sconcertati, come si fa a bruciare i capelli di una ragazzina?"
"È la prima volta che succede un fatto simile nel nostro Comune. Abbiamo già cominciato a lavorare a livello di istituto per capire come tutto ciò sia potuto succedere. Una delle due ragazze protagoniste dell’episodio non è ancora tornata a scuola, mentre l’altra è presente, e ora è lei a essere presa di mira dai compagni con accuse e offese", racconta al Corriere della Sera il sindaco di Busto Garolfo, 13mila abitanti, che è anche insegnante nella stessa scuola. Intanto, spiegano i carabinieri, "nel più assoluto riserbo imposto dalla giovanissima età delle persone coinvolte, i militari dell'Arma stanno svolgendo ulteriori accertamenti per escludere il coinvolgimento di soggetti imputabili. "Io e la mia famiglia siamo sconcertati, amareggiati… se ci penso non trattengo la rabbia. Ma come si fa, dico io, a picchiare e bruciare i capelli a una ragazzina di dodici anni sola e indifesa? Ma per quale motivo? Cosa hanno creduto di fare quelle due ragazzine? Ora mia sorella è all’ospedale, sta male anche per le botte e i graffi. Ma soprattutto è spaventata, non riesce ancora a credere a ciò che le è successo, racconta, sempre al Corriere, il fratello 18enne di Giovanna.