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“L’Aids è di moda”, bufera su Convivio Milano. Versace: “Mai approvato lo slogan”

Bufera su Convivio Milano, l’iniziativa di beneficenza del mondo della moda per la ricerca sull’Hiv. Sotto le foto di Donatella Versace e Franca Sozzani lo slogan: “L’Aids è di moda”. Una campagna provocatoria per denunciare il diffondersi della malattia nel nostro paese con 4.000 nuovi casi ogni anno, che si è attirato molte critiche. La stilista: “Mai autorizzata la campagna”.
A cura di Valerio Renzi
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Bufera su Anlaids Lombardia, che quest'anno ha scelto come slogan dell'oramai tradizione appuntamento di raccolta fondi Convivio Milano, la frase "L'Aids è di moda". Convivio Milano, la cui prima edizione risale al 1992 grazie alla mobilitazione dello stilista Gianni Versace, mobilita la moda italiana e non solo a favore della ricerca per sconfiggere l'Hiv. Non a caso lo slogan tanto discusso in queste ore, campeggia sotto la foto di Donatella Versace e della direttrice di Vogue Italia Franca Sozzani.

Il coro di critiche è arrivato soprattutto dai social network, dove tantissimi utenti lo hanno bollato come irrispettoso o di cattivo gusto. A dissociarsi la stessa Donatella Versace, che ha chiarito di trovare la campagna "agghiacciante", e precisa "di non aver mai dato l'approvazione a questa campagna". Reagisce alle critiche Convivio Milano, che su Twitter per spiegare lo spirito della campagna lancia un sondaggio: "L'AIDS è di moda purtroppo con 4000 nuovi casi ogni anno e circa 120.000 persone sieropositive, sei d'accordo?".

A difendere la campagna provocatoria Andrea Gori, direttore dell'Unità operativa di malattie infettive dell'ospedale San Gerardo di Monza, membro del direttivo di Anlaids Lombardia: "L'Aids è di moda. – ha spiegato – Lo è davvero, nel senso che non è qualcosa che appartiene al passato, bensì qualcosa di attuale, presente e irrisolto. L'Hiv-Aids c'è, è fra noi ed è un problema che da medici ci preoccupa moltissimo"."Ancora oggi fra i giovani eterosessuali dilaga la più completa ignoranza in materia – Temiamo un ritorno dell'epidemia degli anni '80, ma questa volta nella comunità etero, con effetti ancora più pesanti".

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