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In 5mila in Duomo per l’addio al cardinale Tettamanzi. Scola: “Denunciò mali delle nostre terre”

Duomo gremito per l’addio a Dionigi Tettamanzi, scomparso sabato a 83 anni. “E’ stato facile volere bene al cardinale Tettamanzi. Per il suo temperamento, la sua saggezza, il suo sorriso, la sua prossimità alla gente comune”, ha detto monsignor Mario Delpini, tra pochi giorni nuovo arcivescovo di Milano.
A cura di Enrico Tata
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Erano in cinquemila all'interno del duomo di Milano per l'ultimo saluto a Dionigi Tettamanzi, l'arcivescovo emerito di Milano morto lo scorso sabato all'età di 83 anni. "E' stato facile volergli bene, per il suo sorriso e la sua saggezza", ha sottolineato monsignor Mario Delpini, che a breve diventerà il nuovo arcivescovo di Milano. Presenti in chiesa, tra gli altri, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il prefetto Luciana Lamorgese, il questore Marcello Cardona, il ministro Maurizio Martina, l'ex presidente del Consiglio, Mario Monti. La cerimonia della veglia funebre è stata celebrata dall'arciprete del Duomo monsignor Gianantonio Borgonovo. La camera ardente resterà aperta fino alle 22 di questa sera e domani, sempre in Duomo, si terranno i funerali dell'arcivescovo.

Scola: "Denunciò i mali della nostra terra"

Secondo l'attuale arcivescovo di Milano, Angelo Scola, Dionigi Tettamanzi "seppe denunciare senza timidezze, ma sempre in modo costruttivo, i mali delle nostre terre". Il successore di Tettamanzi ha ricordato di lui "il permanente sorriso e l'umanità contagiosa". Tettamanzi ebbe "un notevole peso" a Milano per il suo rapporto con la società civile in virtù della sua apertura "apertura al confronto sociale" e all'attenzione "per i problemi delle famiglie ferite, del lavoro, dell'emarginazione nelle sue tante e dolorose forme. La personalità e la storia del cardinale, il suo essersi speso per la chiesa e per gli uomini per lungo tempo diventi un interrogativo, in primis per me, su come noi stiamo vivendo la nostra vita".

Delpini: "E' stato facile volergli bene"

"Ognuno è venuto per ricordare qualche aspetto della molteplice attività del cardinale Dionigi, ma forse c'è una ragione più profonda. La ragione che ci accomuna e per cui tutti oggi siamo qui è che è stato facile volere bene al cardinale Tettamanzi. Per il suo temperamento, la sua saggezza, il suo sorriso, la sua prossimità alla gente comune, la sua capacità di stare con le autorità. C'era qualcosa in lui che ha espresso facile il volergli bene", ha detto monsignor Mario Delpini.

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