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Far pagare il bicchiere d’acqua vicino al caffè al bar? Per i clienti non è giusto

Far pagare o no il bicchiere d’acqua che accompagna la tazzina di caffè al bar? Sull’argomento i bar si dividono. Ma in Lombardia è sempre più diffusa l’abitudine di inserirlo nello scontrino.
A cura di Redazione Milano
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Far pagare o no il bicchiere d'acqua che quasi tutti i baristi porgono al cliente quando gli servono un caffè? La questione è a dir poco discussa. In Lombardia (ma non solo) va diffondendosi l'abitudine di far pagare (poco) ma di far pagare il bicchiere d'acqua se si chiede quella minerale.  Alcuni fanno addirittura pagare l'acqua del rubinetto, altri esagerano e – come lo scontrino di questo bar del Comasco dimostra – chiedono poco meno di un euro, ovvero poco meno del costo medio di una bottiglietta da mezzo litro di minerale in qualsiasi negozio di generi alimentari.

Impietoso il paragone col Sud Italia che spesso emerge dopo le vacanze al mare di molti lombardi: da Napoli in giù dove la tazzuella di caffé al bar è un culto è praticamente impossibile trovare un esercizio commerciale che chieda soldi per un bicchier d'acqua. Addirittura all'ombra del  Vesuvio esiste il culto del caffè sospeso, tradizione che affonda le sue radici nel periodo post-bellico. Si tratta del caffè pagato per qualcuno che non se lo può permettere e che così può entrare nel bar quando vuole e chiedere di degustare una tazzina già pagata da altri.

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