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Expo, quando Russia, Cina, Usa e Israele volevano un bunker sotto il padiglione

Emerge un nuovo retroscena su Expo. Cina, Russia, Israele e Stati Uniti, preoccupati delle condizioni di sicurezza di capi di Stato e personalità in visita all’Esposizione, avrebbero chiesto la costruzione di un bunker sotterraneo nei rispettivi padiglioni. Richieste giudicate eccessive e respinte dagli apparati di sicurezza italiani.
A cura di Valerio Renzi
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A ormai più di sei mesi di distanza dalla chiusura dell'Expo milanese, a più di un anno dall'inaugurazione, emerge un nuovo retroscena. Alcuni paesi, forse non fidandosi dell'apparato di sicurezza italiano a tutela di capi di stato e potenti in visita all'Esposizione, avrebbero chiesto la costruzione di un bunker sotterraneo al di sotto del proprio padiglione. Ma i servizi d'intelligence e gli apparati di sicurezza nostrani avrebbero detto di no con fermezza alla richiesta avanzata dai servizi segreti di Russia, Stati Uniti, Cina e Israele. La richiesta di quest'ultimo sarebbe arrivata con largo anticipo nel 2013.

Poi è stata la volta della Cia e del Kgb, anche loro ben poco convinti delle misure di sicurezza adattate. In particolare a preoccupare gli americani la visita della first lady Michelle Obama, con le figlie Sasha e Malia. La richiesta di bunker sotterranei, rifugi blindati e sicuri in caso di qualsiasi pericolo, sarebbe arrivata per la mancanza di luoghi giudicati sicuri in caso di emergenza, facilmente raggiungibili. Così i responsabili della sicurezza avrebbero dovuto subire forti pressioni dagli omologhi esteri per ragioni di sicurezza, con sopralluoghi e richieste ritenute eccessive dai nostri apparati.

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