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Due anni e 4 mesi all’automobilista che uccise una donna incinta e suo figlio di 4 anni

L’automobilista che nell’ottobre 2013 investì e uccise una donna egiziana di 29 anni incinta di 7 mesi e il figlio di 4 anni, è stato condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione e alla sospensione della patente per 1 anno e 4 mesi. Duro il marito della donna: “In Egitto ci sarebbero state pene più pesanti”.
A cura di F.L.
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Un urto violentissimo che distrusse una famiglia che stava per allargarsi. È quello che avvenne in viale Famagosta, a Milano, lo scorso 20 ottobre 2013. A morire, investiti da una Citroen Xsara Picasso, furono una donna egiziana di 29 anni, incinta di sette mesi, e suo figlio di 4 anni, il cui corpo fu recuperato a 45 metri di distanza dal luogo dell'impatto. Venerdì 24 luglio 2015 è arrivata la condanna per l'automobilista che, quella sera, non riuscì a frenare in tempo: il giudice per l'udienza preliminare di Milano Roberto Arnaldi, gli ha inflitto 2 anni e 4 mesi di reclusione, oltre alla sospensione della patente per 1 anno e 4 mesi.

L'incidente su viale Famagosta

Il conducente dell'auto, all'epoca dei fatti 28enne, è stato giudicato con rito abbreviato, circostanza che ha permesso lo sconto di un terzo della pena. Nei suoi confronti le accuse erano di omicidio colposo e procurato aborto. Dalle indagini è emerso che la sera dell'incidente, nonostante fosse buio e ci fosse una leggera nebbia, l'automobilista stava viaggiando a circa 100 chilometri orari, il doppio rispetto al limite consentito. Improvvisamente si trovò davanti la 29enne egiziana col bambino: i due erano usciti dalla fermata metro Famagosta e anziché usare il sottopassaggio, stavano cercando di attraversare viale Famagosta in superficie, in un tratto dove non c'erano le strisce pedonali.

Le reazioni alla sentenza

L'investitore aveva immediatamente prestato soccorso, continuando a ripetere di non avere visto le vittime. L'incidente aveva provocato molte polemiche per la pericolosità di quel tratto di strada, un'arteria a grande scorrimento. Anche sull'onda di quell'episodio sul viale sono stati posizionati alcuni dei 7 autovelox fissi installati lo scorso anno dal Comune di Milano.

Dopo la lettura della sentenza sono arrivate reazioni di segno diverso. Da una parte l'avvocato Domenico Musicco, presidente dell'Associazione vittime incidenti stradali si è detto soddisfatto per la congruità della pena, il massimo in assenza dell'attesa norma sull'omicidio stradale. Dall'altra parte è arrivato il duro commento del marito della 29enne egiziana: "Purtroppo questa è la legge italiana", ha detto sconsolato, sottolineando che in Egitto ci sarebbero state pene più pesanti.

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