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In fuga dopo l’ergastolo per la strage di Brescia: Maurizio Tramonte catturato in Portogallo

Maurizio Tramonte è stato arrestato in Portogallo. L’ex “Fonte Tritone” a libro paga dei servizi segreti, condannato in via definitiva come esecutore materiale della strage di piazza della Loggia a Brescia, risultava irreperibile dopo la sentenza di ieri della Cassazione. Per l’altro condannato all’ergastolo, Carlo Maria Maggi, la pena è stata sospesa e commutata negli arresti domiciliari: Maggi ha 82 anni ed è gravemente ammalato.
A cura di Valerio Renzi
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La "fuga" di Maurizio Tramonte, condannato ieri dalla Cassazione all'ergastolo per la strage in piazza della Loggia a Brescia, si è conclusa in Portogallo. L'ex "Fonte Tritone" a libro paga dei servizi segreti è stato arrestato dalla polizia portoghese a Fatima, dove si trovava: a segnalare la sua presenza nella località lusitana sono stati i Ros dei carabinieri. Tecnicamente Tramonte era solo irreperibile e non in fuga, dal momento che dopo il processo d'appello bis (svoltosi nel 2015) in cui era stata emessa la sentenza all'ergastolo, poi confermata ieri dalla Cassazione, per i due condannati non era stata disposta alcuna misura cautelare, come il divieto di espatrio e il ritiro del passaporto. La polizia portoghese condurrà adesso l'arrestato in caserma, in attesa dell'estradizione.

All'altro imputato condannato all'ergastolo, Carlo Maria Maggi, la notifica della condanna all'ergastolo è stata notificata dai Ros nella sua casa di Venezia. Maggi, riconosciuto come uno dei mandanti della strage, ha 82 anni ed è ormai da tempo gravemente ammalato. Motivo per cui il provvedimento di esecuzione della pena all'ergastolo, secondo quanto riporta l'Ansa sulla base di fonti investigative, è stato sospeso e commutato negli arresti domiciliari.

Il giallo dell'irreperibilità di Tramonte

Maurizio Tramonte, condannato ieri sera all'ergastolo per strage di piazza della Loggia a Brescia, risultava irreperibile da ieri sera. Di "Fonte Tritone" (così Tramonte appare nelle carte dei servizi segreti), non c'era traccia, e l'avvocato aveva affermato di non sapere dove si trovasse. Tramonte è stato condannato in via definitiva assieme all'ultraottantenne Carlo Maria Maggi, e su di lui pendeva un ordine di cattura europeo.

La sentenza emessa ieri dalla Cassazione riconosce come la strage fu eseguita dal gruppo eversivo di destra Ordine Nuovo. Di quella strage Tramonte è stato riconosciuto come l'esecutore materiale, mentre Maggi come uno dei mandanti in quanto leader di Ordine Nuovo. Tramonte era sul libro paga dei servizi dal 3 ottobre del 1973, a confermare la contiguità tra apparati dello Stato e lo stragismo neofascista. Il 28 maggio del 1974 in piazza della Loggia si teneva un comizio antifascista contro la strategia delle tensione, indetto dai sindacati e dal comitato antifascista cittadino. Un ordigno posizionato all'interno di un cestino dei rifiuti esplose, causando la morte di otto persone e il ferimento di altre 102.

L'ex sindaco di Brescia Corsini: "È una sorta di liberazione"

Dopo la notizia dell'arresto di Tramonte e della conferma dell'ergastolo, è arrivato il commento dell'ex sindaco di Brescia, Paolo Corsini: "Finalmente gli amici e i compagni che sono rimasti vittime di piazza della Loggia possono dormire in pace. Avevo una frequentazione diretta con molti di loro: questa sentenza per me costituisce una sorta di liberazione, perché da sindaco della città ho sofferto tutto il travaglio della mancanza di verità", ha detto l'ex sindaco, ora senatore di Mdp: "Finalmente abbiamo giustizia perché abbiamo verità, e abbiamo verità perché abbiamo giustizia. Questa storia documenta l'impegno preso da uomini delle istituzioni e della società civile che non si sono rassegnati alla menzogna e all'assenza di verità". Corsini ha infine aggiunto: "Questa storia sia un punto di partenza verso la ricerca dei mandanti, che non è ancora conclusa".

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