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“Buon compleanno Charlot”: venerdì 26 dicembre Milano ricorda Charlie Chaplin

Nel centesimo anniversario della creazione del personaggio di Charlot, Milano ricorda Charlie Chaplin con “Buon Compleanno Charlot”. Venerdì 26 dicembre, al Museo interattivo del cinema, saranno proiettati alcuni tra i più bei film dell’attore.
A cura di Federica Gullace
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Venerdì 26 dicembre, presso il Mic, il museo interattivo del cinema di Milano, la Fondazione cineteca italiana ricorda Charlie Chaplin con la rassegna "Buon compleanno Charlot". Un progetto interamente dedicato al grande attore, nel centesimo anniversario della creazione della maschera di Charlot. Un evento imperdibile, che vedrà la presentazione di cinque fra i suoi più celebri capolavori, tre dei quali con accompagnamento musicale dal vivo di Francesca Badalini. Chaplin interpretava Charlot, l'uomo con i buffi baffetti, che indossava una stretta giacchetta e i pantaloni e le scarpe più grandi della sua misura, la famosa bombetta e un bastone da passeggio in bambù. Personaggio dalle raffinate maniere, con una grande dignità e nobiltà d’animo, Charlot è simbolo di riscatto e rivincita per i vinti.

Il programma della rassegna

La rassegna si aprirà venerdì alle ore 15 con "Giorno di paga" (1922), uno dei suoi film più felici per la ricchezza delle invenzioni comiche, il ritmo disteso e il disimpegno dalle intenzioni sociali. Successivamente, "La cura" (1917), il film muto che i bambini potranno musicare dal vivo con i loro strumenti giocattolo insieme a Francesca Badalini. Alle ore 16.30 "Una giornata di vacanza" (1919), primo film in cui compare Jackie Coogan, enfant prodige che Chaplin renderà celebre grazie all’interpretazione ne "Il monello". A seguire "L’emigrante" (1917): il film, molto autobiografico, è una satira così acre da essere stata ripetutamente censurata nelle edizioni posteriori. Uno spettacolo tragico di miseria e povertà che, però, Charlot trova sempre il coraggio di affrontare. Infine, alle ore 17.30, sarà proiettato "Il pellegrino" (1923), il film contro il bigottismo del suo secolo, volto a scoprire l'ipocrisia nei costumi e nelle consuetudini, con una serie di scene ritratte con ironia pungente.

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