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Brescia, sì al cibo portato da casa nelle mense scolastiche

L’Asl bresciana ha dato il suo via libera alla proposta dei Cinquestelle di permettere ai bambini di portarsi da casa il pasto, e di consumarlo poi nelle mense scolastiche. Tanti sono infatti i bambini che rifiutano il cibo delle mense, rimanendo a digiuno e ingozzandosi poi di merendine.
A cura di F.L.
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Una piccola grande rivoluzione potrebbe interessare le mense scolastiche di Brescia. L'Asl della città lombarda ha dato infatti il suo parere positivo a una proposta presentata in Regione Lombardia dai Cinquestelle: consentire ai bambini di portare a scuola il cibo dalle proprie case, evitando così quello, spesso poco appetitoso, offerto dalle mense scolastiche.

Cibo portato da casa nelle mense scolastiche: l'Asl di Brescia dà l'ok

Il responsabile della Prevenzione medica dell’Asl bresciana, Fabrizio Speziani, intervistato dal Corriere della sera ha in effetti confermato che esiste un problema legato alle mense: non sulla sicurezza dei cibi – i controlli in tal senso sono frequenti, e danno esiti positivi – quanto sulla qualità di alcune delle pietanze offerte, come platessa o merluzzo. Cibi che i bambini rifiutano, preferendo rimanere digiuni fino al pomeriggio, per poi ingozzarsi di merendine. Ecco allora la proposta del M5s, che ha lanciato il quesito anche sulla piattafomra Change.org raccogliendo già oltre mille firme. La possibilità per i bambini di portarsi la "schiscetta" da casa è tra l'altro già realtà, oltre che nei Paesi del Nord Europa, anche a Vergiate, piccolo comune in provincia di Varese. E proprio da Varese proviene anche la consigliera regionale di Varese Paola Macchi, che sta seguendo la questione per conto dei 5 Stelle: "Non deve essere un obbligo ma una scelta", precisa.

Restano alcuni problemi da risolvere: ad esempio si dovrebbero dotare le scuole di frigoriferi dove conservare le pietanze, e di fornelletti per riscaldare quelle che lo necessitano. Il pasto da casa dovrebbe inoltre rispondere ad alcuni criteri: da evitare cibi in scatola e bibite gassate. La salute dei bambini, insomma, deve essere sempre al primo posto. Ma il loro palato non deve essere la vittima sacrificale del salutismo.

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