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Tangenti al Comune di Milano: tre arresti per corruzione nell’inchiesta sui “lingotti d’oro”

Si allarga lo scandalo delle tangenti al Comune di Milano che, nel settembre del 2015, aveva portato a tre arresti tra ex manager e dipendenti di Palazzo Marino. Questa mattina altre tre persone, un funzionario e due dipendenti comunali, sono state arrestate per corruzione. Avrebbero intascato una tangente da oltre 100mila euro. I tre sono stati sospesi in via cautelare.
A cura di Francesco Loiacono
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Si allarga lo scandalo delle tangenti al Comune di Milano che, nel settembre del 2015, aveva portato a tre arresti tra ex manager e dipendenti di Palazzo Marino. Questa mattina altre tre persone sono state arrestate per corruzione. Si tratta di un funzionario e di due dipendenti comunali, che sarebbero coinvolti in una tangente da oltre 100mila euro, pagata in parte in contanti e in parte con orologi costosi. A pagare sarebbero stati alcuni imprenditori, che avrebbero così ottenuto un appalto.

I lingotti a casa dei primi quattro arrestati

La misura cautelare è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari Alfonso Ferrara. Due dei dipendenti arrestati oggi erano già stati raggiunti da un provvedimento restrittivo dopo la prima tranche dell'inchiesta, condotta dal pubblico ministero Luca Poniz. All'epoca, nel 2015, a finire in carcere era stato anche un imprenditore, arrestato con l'accusa di associazione a delinquere per corruzione e turbativa d'asta. La notizia dello scandalo tangenti a Palazzo Marino aveva suscitato particolare clamore soprattutto dopo che, nel corso di una perquisizione della guardia di finanza nei confronti dei quattro arrestati a settembre 2015, era stato trovato un vero e proprio "tesoretto" da due milioni di euro: 32 lingotti d'oro, quasi 520mila euro in contanti, 19 orologi di pregio e oltre 120 monili e oggetti d'oro.

Secondo gli inquirenti, gli episodi corruttivi erano avvenuti dal 2005 al 2012, quindi sotto tre diversi sindaci, nell'ambito di lavori e appalti nei settori dell'edilizia scolastica e delle case popolari (all'epoca tutte gestite dall'Aler). Il sindaco Giuliano Pisapia aveva definito i quattro arrestati dell'epoca "quattro mele marce su 15mila dipendenti", annunciando l'intenzione del Comune di costituirsi parte civile all'eventuale processo.

Palazzo Marino sospende i tre dipendenti

Dopo la notizia dell'arresto dei due dirigenti e del funzionario comunale palazzo Marino ha provveduto alla loro sospensione. Con il provvedimento cautelare, si legge nelle nota del Comune, "l’Amministrazione dà piena e tempestiva attuazione alle vigenti disposizioni di legge. I provvedimenti hanno effetto immediato e manterranno i loro effetti per tutto il periodo di restrizione della libertà personale, con possibilità di prolungarli fino all’esito della vicenda penale".

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