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Niente gita a tema per chi non fa religione a scuola: il caso in una scuola del Milanese

Dibattito aperto in una scuola media di Peschiera Borromeo, nel Milanese, dove due alunne che hanno chiesto l’esonero dall’ora di religione non potranno partecipare a una gita a tema organizzata dalla docente della Curia. Alcuni genitori hanno scritto alla preside per chiedere di riflettere sulla vicenda: “La scuola sia inclusiva”.
A cura di Francesco Loiacono
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(Archivio)
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È giusto escludere da una gita a tema, cioè realizzata nell'ambito di un preciso programma didattico, un alunno che ha deciso di non avvalersi dell'insegnamento di quella particolare materia? E la situazione cambia se la materia in oggetto è religione? Sono queste le domande principali sollevate da un episodio avvenuto in una scuola media del Milanese, a Peschiera Borromeo, riportato dal quotidiano La Repubblica. Nell'istituto comprensivo Fabrizio De Andrè una professoressa di religione ha organizzato una gita di un giorno in un villaggio-museo africano ospitato in un convento a Basella Urgnano. Si tratta di una gita che è il completamento di un anno di insegnamenti, dei quali due ragazzine hanno deciso fin dall'inizio dell'anno scolastico di non avvalersi.

Alcuni genitori scrivono alla preside: "La scuola sia inclusiva"

Adesso, però, dopo aver scoperto che quel giorno solo loro due resteranno in classe, mentre gli altri compagni parteciperanno alla gita, alcuni genitori hanno trovato la cosa sgradevole e diseducativa, non in linea con la funzione inclusiva che la scuola dovrebbe avere. In 12 hanno pertanto scritto una lettera alla dirigente della scuola, Marina De Marco, chiedendo di riflettere su queste gite che precludono la partecipazione ad alcuni alunni.

La vicenda, va detto, non sembra aver prodotto una scontro frontale o aspre polemiche, ma soltanto una riflessione interessante e che dura tuttora tra genitori, insegnanti e Curia. Perché, come ha spiegato la preside, se "da un lato dobbiamo rispettare la libertà di non frequentare l'ora di religione, dall'altro dobbiamo fare lo stesso con il lavoro di questi insegnanti". La gita in questione, infatti, "non è una gita di svago: vanno a parlare con missionari cattolici e le loro famiglie hanno fatto una scelta all'inizio dell'anno su questo". In altre occasioni, precisa la dirigente scolastica, i ragazzi hanno partecipato naturalmente tutti insieme alle gite, come quelle all'Expo o al Museo del fumetto. Chissà se, pure sulle gite legate all'insegnamento della religione, si riuscirà a trovare un accordo che unisca tutti.

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