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Milano, trasporti in tilt: metro rossa bloccata e corteo studentesco

Disagi venerdì mattina per un guasto tecnico alla linea 1 della metropolitana, risolto dopo oltre un’ora. In superficie code e traffico per la manifestazione degli studenti contro la riforma della scuola.
A cura di Francesco Loiacono
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Un venerdì mattina all'insegna dei disagi per i milanesi che si sono dovuti spostare in città. Alle 9 un guasto tecnico ha bloccato la linea 1 della metropolitana nella tratta tra le fermate Pagano e Qt8. La circolazione è stata sospesa per cercare di risolvere il guasto ed è stato istituito un servizio bus sostitutivo. I due mezzi messi a disposizione dall'Atm non hanno però evitato code e proteste da parte dei passeggeri. Dopo un'ora circa l'azienda di trasporti ha comunicato il ripristino del servizio, anche se la circolazione ha continuato a registrare rallentamenti a catena sulle altre linee, rientrati solo dopo qualche ora. Ma la mattinata di "passione" per i trasporti cittadini ha registrato disagi anche per chi si doveva spostare in superficie, a causa di un corteo studentesco di protesta contro la riforma della scuola proposta dal governo.

Il corteo si è spostato dal centro città, nella sede dell'Università Cattolica in via Carducci, fino alla zona Washington-Foppa, a nord-ovest della città. Qui i manifestanti, un centinaio circa, si sono fermati per un sit-in in via Soderini davanti alla sede del Provveditorato agli studi. Agenti in tenuta antisommossa di Polizia e Carabinieri hanno sorvegliato il corteo, garantendone il corretto svolgimento. Alcuni momenti di tensione si sono registrati davanti al Provveditorato, dove alcuni manifestanti hanno cercato di scavalcare i cancelli e di fare irruzione all'interno. Davanti alla sede della Cattolica, invece,  alcuni studenti hanno abbandonato un sacchetto ripieno di escrementi come forma di protesta. Al centro delle critiche degli studenti alcuni criteri contenuti nella bozza di riforma, come l'accentuazione dell'ingresso dei privati e delle aziende all'interno dei programmi formativi e il meccanismo della premialità, che mette in competizione le scuole e rischia, a detta dei manifestanti, di accentuare ulteriormente il divario tra istituti paritari, più ricchi, e scuole pubbliche.

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