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Milano, tassista porta cliente in Svizzera: la polizia elvetica lo multa e lo minaccia

Un tassista milanese è stato multato ingiustamente dalla polizia elvetica per aver trasportato un cliente da Milano a Lugano: del tutto legale se il tassametro resta in funzione, come in questa circostanza. L’agente non ha però voluto ascoltare ragioni e ha anche portato la mano alla pistola credendo che il tassista volesse fuggire. Alla fine, a pagare la multa è stato il cliente.
A cura di Francesco Loiacono
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Una multa ingiustificata e la minaccia neanche troppo velata di usare la pistola. Questo è ciò in cui è incorso qualche giorno fa un tassista milanese fermato nei pressi di Lugano, in Svizzera, dalle autorità elvetiche. Il motivo? Aver trasportato oltre confine un cliente caricato a Milano. Una circostanza assolutamente legale, a patto che i tassisti non spengano mai il tassametro. Cosa che il conducente dell'auto bianca in questione non aveva fatto, come documentato anche dal fin troppo solerte e nervoso agente della polizia cantonale svizzera che l'ha fermato per fargli il verbale.

Il tassista: "L'agente ha portato la mano alla pistola"

I fatti, riportati dal Corriere della sera, sono avvenuti la sera dello scorso 3 aprile. Sull'auto bianca partita da Milano e diretta a Lugano viaggiava un cliente facoltoso (manager di una band hip hop milanese), disposto a pagare una lauta somma pur di arrivare in Svizzera. All'altezza della galleria Vedeggio Cassarate di Vezia, a pochi chilometri da Lugano, il taxi è stato fermato dagli agenti svizzeri. Uno, particolarmente alterato, ha prima urlato al tassista: "Qui non siamo a Milano. Qui detto io quello che si fa!", poi ha aggiunto: "Quando ho ragione ho ragione". Peccato che in realtà avesse torto: perché lui stesso nel verbale ha annotato che il tassametro era in funzione. Le frasi dal tono minaccioso dell'agente sono state registrate dal microfono di sicurezza del taxi, sempre in funzione. Il tassista ha invece riferito anche la minaccia ricevuta dalla guardia: quando il motore a benzina della sua auto – una Toyota Prius, con motore ibrido elettrico e termico – si è acceso automaticamente perché le batterie si sono scaricate, l'agente ha messo mano alla pistola credendo che il tassista volesse fuggire: "Per molto meno c’è chi si è preso una fucilata", ha detto il solerte poliziotto, che in questa scena ricorda molto da vicino una parodia della polizia elvetica fatta anni fa dal trio Aldo Giovanni e Giacomo.

Alla fine, è stato proprio il cliente del taxi a pagare la multa salata (393 euro) nonché ingiustificata, pur di liberarsi dal poliziotto e poter proseguire la corsa: in Svizzera, infatti, se non si pagano subito le sanzioni si subisce il sequestro del mezzo. Il consorzio di taxi 6969, però, non ci sta e, per voce del presidente Vincenzo Mazza, ha criticato l'atteggiamento delle autorità svizzere, giudicato "intollerabile. Non c’è reciprocità – ha poi aggiunto Mazza -: noi dobbiamo subire soprusi e pagare seduta stante quando gli automobilisti elvetici qui fanno quello che vogliono".

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