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Maxi-sequestro di preservativi cinesi destinati a un’azienda di Bergamo: il 35% era bucato

Circa 165mila preservativi di provenienza cinese, diretti a un’azienda del Bergamasco, sono stati sequestrati nel porto di La Spezia dalla guardia di finanza. I condom non erano conformi alle norme di sicurezza previste dall’Unione europea: il 35 per cento di un campione analizzato è risultato addirittura bucato.
A cura di Francesco Loiacono
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Sarebbero potuti entrare in commercio, con conseguenze molto pesanti per gli utilizzatori. Parliamo di 165mila preservativi "made in China" che sono stati fortunatamente intercettati dalla guardia di finanza nel porto di La Spezia. Il carico, diviso in due diversi lotti, era destinato a un'azienda della provincia di Bergamo, i cui titolari adesso sono stati denunciati. Il motivo del sequestro, avvenuto in collaborazione con l'ufficio delle dogane, è che i profilattici cinesi non erano conformi alle norme di sicurezza previste dall'Unione europea. Non solo: secondo quanto riportato dal sito Milanotoday, pare che il 35 per cento di un campione di profilattici, analizzato dall'Istituto superiore di sanità, fosse addirittura bucato. Con le relative e immaginabili conseguenze per gli ignari utilizzatori sia per quanto riguarda gravidanze indesiderate, sia a livello di malattie sessualmente trasmissibili.

Preservativi cinesi sequestrati: il 35% era bucato

Il primo lotto conteneva circa 50mila profilattici non a norma. Le fiamme gialle e i doganieri li hanno individuati all'interno di un container proveniente dalla Cina e fermo all'interno del porto mercantile della città ligure. Gli altri 115mila preservativi facevano parte invece di un lotto precedente, trattato dalla stessa società del Bergamasco che aveva importato i primi. Anche questi ultimi condom erano privi di certificazione a norma, e sono stati sequestrati su ordine della procura della Repubblica della Spezia.

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