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Lettera di minacce all’assessore Majorino sull’accoglienza profughi: “La pagherai cara”

L’assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, ha ricevuto una lettera anonima con pesanti minacce: “La pagherei cara”. Nella missiva vengono contestate all’assessore le sue posizioni sull’accoglienza dei migranti e la volontà di destinare ai profughi l’ex ospedale di Garbagnate milanese. Majorino lancia un appello a moderare i toni su Facebook: “Attenzione alle belve a cui diamo inconsapevolmente sponda”.
A cura di Francesco Loiacono
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Una lettera anonima, con all'interno pesanti minacce, è stata indirizzata alcuni giorni fa all'assessore alla Politiche sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino. A renderlo noto lui stesso questa mattina tramite un post su Facebook. Il motivo che ha spinto ignoti a minacciare l'assessore risiede nelle sue posizioni sull'accoglienza dei profughi, e in particolare nell'idea di Majorino di destinare all'accoglienza – dei migranti, ma anche degli italiani bisognosi, nei piani dell'assessore – una struttura dell'area metropolitana, l'ex ospedale di Grabagnate milanese.  Giorni fa ho ricevuto una lettera anonima, contenente pesanti minacce nei mie confronti. Ovviamente quel che ha scomodato chi ha scritto quella brutta missiva riguarda l'immigrazione. Vengono richiamate le mie posizioni sul tema e la mia proposta di utilizzare una struttura nell'area metropolitana (l'ex Ospedale di Garbagnate, che, ironia della sorte, io userei pure per gli italiani bisognosi).

Majorino: "Attenzione alle belve a cui diamo sponda"

Non è la prima volta che accade che Majorino venga minacciato: era già successo lo scorso anno, quando il motivo scatenante era stato quello "caldo" delle moschee. Majorino teme non possa essere nemmeno l'ultima. Da qui una sorta ri riflessione e appello dell'assessore a ponderare bene ogni parola utilizzata nelle pur sacrosante discussioni tra chi non la pensa alla stessa maniera: "Voglio invitare tutti, soprattutto quelli che detestano le mie idee in materia di diritti ed accoglienza, a riflettere su di un punto: quello del veleno che portano con sé tante parole. Chi mi insulta sui social, ad esempio, è ovvio che non si augura che io la paghi ‘caro' come fa invece chi ha perso tempo scrivendo, a macchina, le minacce di cui sopra. E però a volte pure un insulto a cui non si dà peso o una parola esagerata contribuiscono a creare un clima. Possiamo contrastare le idee e i progetti che non condividiamo anche con grande decisione (e io lo faccio quando lo ritengo giusto) ma dobbiamo prestare attenzione, in un periodo come questo, alle belve a cui diamo, inconsapevolmente, sponda".

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