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L’israeliano accoltellato a Milano: “Mi voleva ammazzare perché sono ebreo”

Nathan Graff, l’ebreo ortodosso di 40 anni accoltellato giovedì sera in via San Gimignano, a Milano, in un’intervista ha affermato: “Non era una rapina, non voleva portarmi via niente. Mi voleva ammazzare perché sono ebreo”. Proseguono le ricerche dell’aggressore, mentre la comunità ebraica sembra divisa tra chi si professa tranquillo e chi ha paura di una possibile “Intifada dei coltelli” anche a Milano.
A cura di Francesco Loiacono
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È fuori pericolo, anche se lo choc per l'aggressione ha lasciato adesso spazio al terrore per la possibilità che gesti simili si ripetano. Nathan Graff è l'ebreo ortodosso di 40 anni che è stato accoltellato giovedì sera in via San Gimignano, a Milano, da un aggressore ricercato dalle forze dell'ordine. Intervistato dal quotidiano La Repubblica ha raccontato cosa è successo la scorsa notte, ma ha soprattutto fornito la sua chiave per decifrare l'episodio: "Non era una rapina, non voleva portarmi via niente. Sennò lo avrebbe fatto. Ho pensato che non era un ladro ma solo un fanatico che mi voleva ammazzare perché sono ebreo".

Aggressione di chiaro stampo antisemita

Secondo la vittima, genero di Hetzkia Levi, uno dei rabbini della comunità ebraica milanese, l'aggressione di giovedì sera ha avuto dunque un chiaro stampo antisemita: "Quell'uomo aveva un solo obiettivo: ammazzare un ebreo ortodosso. Colpire la nostra comunità qui a Milano. Spaventarci". Si tratterebbe di una sorta di "Intifada dei coltelli" che da Israele si potrebbe trasferire, nel peggiore degli scenari, anche a Milano. Su chi ci possa essere dietro, Graff è cauto: "Non so. Penso sia sbagliato gettare la croce contro qualcuno. Parlare di musulmani così è rischioso, vuol dire generare sospetti, e magari innescare altra violenza".

La comunità ebraica sembra divisa

La lettura di Graff è condivisa da parte della comunità ebraica milanese: in un'intervista a Fanpage il co-presidente della Comunità, Raffaele Besso, ha esplicitamente indicato nel bando per la costruzione delle nuove moschee recentemente chiuso dal Comune di Milano un elemento che "rischia di trasformare le moschee in un centro terroristico". Sul fronte opposto l'altro co-presidente della comunità ebraica milanese, Milo Hasbani, che ha spiegato: "Siamo stati rassicurati da tutte le forze dell'ordine, da parte nostra ci sentiamo molto tranquilli e speriamo in un episodio isolato".

In questo clima, già teso, si inserisce adesso l'inasprimento delle misure di sicurezza per quanto avvenuto a Parigi, con gli attentati terroristici di venerdì notte che hanno causato centinaia di vittime.

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