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Inchiesta Expo, chiesto il rinvio a giudizio per Roberto Maroni

Il pm di Milano Eugenio Fusco ha chiesto il rinvio a giudizio per il governatore della Lombardia Roberto Maroni e altri cinque indagati. Maroni è accusato di turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e induzione indebita in due diversi filoni d’inchiesta che riguardano le società Expo ed Eupolis. L’udienza preliminare si svolgerà il 30 settembre. Maroni: “Me l’aspettavo, sono tranquillissimo”.
A cura di Francesco Loiacono
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Il pubblico ministero di Milano, Eugenio Fusco, ha chiesto il rinvio a giudizio per il governatore della Lombardia Roberto Maroni, accusato di turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e induzione indebita. La decisione del pm arriva dopo che, lo scorso giugno, le indagini su Maroni erano state chiuse. Il governatore è coinvolto in due diversi filoni d' inchiesta: una riguarda sue presunte pressioni per far ottenere un lavoro a Mara Carluccio, sua ex collaboratrice, con la società controllata da Regione Lombardia, Eupolis. L'altra riguarda presunte pressioni fatte da Maroni per imporre alla società Expo spa un'altra sua ex collaboratrice, Maria Grazia Paturzo, per un viaggio istituzionale a Tokyo. Il pm Fusco ha chiesto il processo per altri 5 indagati, tra cui la stessa società Expo 2015 spa, implicata nella vicenda per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, e il direttore generale di Expo Cristian Malangone. L'udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 30 settembre.

Maroni: "Me l'aspettavo e sono tranquillissimo"

Il governatore Maroni ha sempre professato tranquillità riguardo alle indagini in cui è coinvolto: "Nella mia vita non ho mai fatto pressioni, neanche per amici, figli o parenti", aveva detto Maroni in riferimento alle accuse mosse dalla procura nei suoi confronti. Di parere opposto il pm Fusco, secondo cui, nel caso della Paturzo, il governatore si sarebbe mosso anche spinto da una "relazione affettiva" che intercorreva tra i due, conosciutisi ai tempi in cui Maroni era ministro dell'Interno. Nel secondo filone dell'inchiesta in cui è coinvolto il governatore, quello che riguarda la società Eupolis, l'ex direttore generale della società, Alberto Brugnoli, ha già patteggiato 8 mesi.

Subito dopo la notizia della richiesta di rinvio a giudizio, il governatore ha affidato alla sua pagina Facebook la sua replica: "Me l'aspettavo e sono tranquillissimo. Si tratta di accuse ridicole (la promessa di un viaggio mai fatto, costo per la Regione: zero euro) destituite di ogni fondamento o rilevanza, formulate da un magistrato mosso da un evidente pregiudizio politico e incattivito dal clamoroso flop delle sue precedenti inchieste su Lega e Finmeccanica – ha scritto Maroni -. Ho sempre avuto massima fiducia nella giustizia e non cambio idea, anche dopo le gravi irregolarità registrate in questa indagine. Sono certo che un giudice terzo e indipendente non potrà che archiviare questa inchiesta per quello che è: una buffonata".

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