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Il parroco di Busto: “Niente soldi ai senzatetto, li usano per ubriacarsi”

Dopo alcuni litigi tra ubriachi davanti alla mensa dei poveri di un convento di Busto Arsizio, in provincia di Varese, il parroco invita i cittadini: “È un gesto per pulirsi la coscienza, ma non li aiuta. La porta del convento è sempre aperta per loro”.
A cura di Francesco Loiacono
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Una frase, riferita ai senzatetto, che si presta a strumentalizzazioni: "Non bisogna fare l’elemosina a queste persone, purtroppo i soldi che la gente dà loro vengono spesi male, vanno a comprare da bere, si ubriacano e poi litigano. Non è una cosa opportuna". E se a pronunciarla è un frate, poi, il rischio che venga male interpretata è altissimo. Ma le intenzioni di frate Pasquale Ghezzi, parroco del convento di Busto Arsizio, in provincia di Varese, sono in realtà diverse. E la sua frase, più che ai clochard, sembra riferita a chi, con l'elemosina, crede di risolvere tutti i problemi di queste persone. "Serve per pulirsi momentaneamente la coscienza, mentre con quella moneta che si lascia cadere nella mano non si aiutano queste persone che restano nella loro disperazione". Di fronte al convento dei frati, a Busto, si affollano ogni giorno poveri ed emarginati.

Non solo stranieri, ma anche molti italiani che bussano alla porta dell'istituto dove ha sede una mensa che offre panini, pranzo e cena alle persone che non se li possono permettere. Nell'ultimo periodo, pare però che tra le persone in coda siano scoppiate diverse liti, tutte con lo stesso comune denominatore: l'abuso di alcol. Frequente, purtroppo, in chi non fa nulla tutto il giorno e spesso non trova altro sollievo se non una bottiglia alla quale attaccarsi. Questo il contesto nel quale sono maturate le parole di frate Pasquale: più che una crociata contro l'elemosina ai clochard, un tentativo di responsabilizzare tutti quelli che con quel gesto sono convinti di fare del bene, oppure credono di poter mettere a tacere i propri sensi di colpa di fronte a chi sta peggio di loro. I residenti dei palazzi vicino alla mensa, che si sono lamentati per le liti sempre più frequenti tra le persone in coda, apprezzeranno di sicuro le parole del parroco. Che ha sottolineato come le porte del convento siano sempre aperte per garantire alle persone bisognose il conforto e tutto quello di cui possano avere bisogno. Naturalmente, alcol escluso.

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