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I “soliti ignoti” all’opera in Brianza: rapinano una gioielleria, ma è chiusa da maggio

A Seveso lunedì all’alba una banda di rapinatori ha sfondato la saracinesca e la vetrina di una gioielleria. All’interno però hanno trovato solo un bancone impolverato: il negozio di preziosi aveva infatti chiuso lo scorso maggio. Adesso i carabinieri sono sulle tracce dei ladri maldestri, grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza della piazza nella quale è avvenuto lo strano tentativo di rapina.
A cura di Francesco Loiacono
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Soliti_Ignoti

Sembra la scena di un film, e invece è accaduto davvero. Una banda di ladri, che definire "maldestri" è poco, aveva progettato da tempo il colpo della vita: l'assalto a una gioielleria. Peccato però che il locale in questione fosse chiuso da almeno sei mesi. Risultato: i "soliti ignoti", dopo aver sfondato la saracinesca e la vetrata, si sono dovuti ritirare a mani vuote, senza neanche potersi consolare con un piatto di pasta e ceci, come nel celebre film di Mario Monicelli. L'episodio, raccontato dal Corriere, è avvenuto a Seveso, comune in provincia di Monza e Brianza. La banda di rapinatori aveva preso di mira la gioielleria Foti, in piazza Cardinale Confalonieri. Dopo aver pianificato la strategia, all'alba di lunedì sono entrati in azione: usando una berlina come ariete hanno fatto irruzione nei locali, distruggendo saracinesca e vetrate. Dentro il negozio, però, per loro sfortuna non hanno trovato nient'altro che un vecchio bancone impolverato: la gioielleria aveva infatti chiuso i battenti nel maggio scorso.

I "soliti ignoti" all'opera: rapinano una gioielleria chiusa da maggio

Adesso per i ladri maldestri oltre al danno potrebbe esserci la beffa: la legge è legge e, anche se il loro colpo non è andato a buon fine, i carabinieri di Seregno si sono infatti messi sulle loro tracce. Il piano da loro pianificato, d'altronde, oltre a non tener conto del fatto che la gioelleria prescelta era chiusa da tempo faceva acqua da tutte le parti. La piazza nella quale sorgeva la gioielleria infatti, è piena di telecamere, che a differenza del negozio di preziosi non hanno smesso di funzionare e potrebbero quindi aver ripreso tutta la scena. Immagini che avrebbero forse fatto felice Monicelli e altri registi neorealisti italiani. Ma che ora sono sotto l'esame di ben altri spettatori: i militari dell'Arma.

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