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Gentiloni chiama gli agenti che hanno ucciso Anis Amri: “Orgogliosi di voi”

Il capo del governo Paolo Gentiloni ha telefonato ai due agenti coinvolti nell’uccisione di Anis Amri, presunto killer di Berlino: “Siamo orgogliosi di voi, della vostra professionalità e del coraggio che avete mostrato”. Intanto proseguono le indagini sui motivi che hanno spinto Amri a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. Tanti i dubbi, poche le certezze, tra queste la causa della morte: “Ucciso con due proiettili” ha rivelato l’autopsia.
A cura di Francesco Loiacono
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Una telefonata del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a Christian Movio e Luca Scatà, i due agenti coinvolti nello scontro a fuoco che ha portato all'uccisione di Anis Amri, il presunto terrorista autore della strage di Berlino ucciso all'alba di venerdì a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. E' avvenuta questa mattina, secondo quanto riportano fonti di Palazzo Chigi: "Siamo orgogliosi di voi, della vostra professionalità e del coraggio che avete mostrato", è il senso del messaggio del capo del governo, arrivato dopo che i due agenti di polizia del commissariato di Sesto San Giovanni, autori di una delle operazioni di polizia più importanti dell'anno, sono passati dall'essere considerati "eroi" all'essere accusati per i contenuti fascisti e sessisti postati sulle proprie pagine Facebook, poi chiuse.

Gabrielli spegne le polemiche sulla divulgazione dei nomi degli agenti

Uno dei due agenti, Movio, che era rimasto ferito alla spalla destra, è stato dimesso dall'ospedale San Gerardo di Monza, dove è stato operato. Secondo il chirurgo che lo ha operato potrà tornare presto in servizio. Dopo la conferenza stampa nella quale il neo ministro dell'interno Marco Minniti aveva parlato dei dettagli dell'operazione, rivelando i nomi dei due agenti coinvolti, hanno tenuto banco anche le polemiche sull'opportunità di svelare le loro identità, per i timori di possibili ritorsioni. Polemiche sulle quali è intervenuto anche il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, che ha spiegato come fare il nome degli agenti sia stato un giusto riconoscimento del lavoro svolto: "Tutte le forze di polizia sono a rischio e dunque fare i nomi degli agenti non aumenta in alcun modo il pericolo per i singoli".

Proseguono le indagini su Amri: arrestato il nipote

Nel frattempo proseguono, col massimo riserbo, le indagini sull'uccisione di Amri, che hanno visto anche un confronto tra la Digos e i colleghi tedeschi. Tante le domande ancora senza una risposta certa: tra queste le principali riguardano il perché il tunisino si sia recato proprio a Sesto San Giovanni, e se sia stato aiutato da qualcuno durante la sua fuga. Molti dubbi avvolgono ancora diversi aspetti delle ultime ore di vita del tunisino: aveva un telefonino oppure no? E ancora: come ha fatto un uomo armato ad abbandonare il luogo di un sanguinoso attentato attraversando tre Stati? Le ultime indiscrezioni rivelano che la scheda telefonica olandese trovata nello zaino del presunto attentatore non sarebbe mai stata usata. Ma qualcuno avrebbe comunicato con lui durante la fuga, via Telegram (servizio di messaggistica criptata): un nipote, arrestato dalle autorità tunisine assieme ad altre due persone.

L'autopsia ha intanto fornito una delle poche certezze sulla morte di Amri: il ragazzo è stato colpito da due proiettili, uno alla testa e l'altro, quello mortale, al torace. Sugli altri aspetti della vicenda sarà necessario attendere ancora per avere delle risposte.

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