Case popolari, Palazzo Marino chiede 7 anni di arretrati in un colpo solo
La nuova gestione delle case popolari di proprietà del Comune di Milano inizia con una richiesta perentoria: pagare sette anni di conguagli arretrati con un unico bollettino postale. La notizia è riportata dal Corriere. La scadenza è lontana: il 30 giugno 2015. Ma gli importi riportati su alcuni dei bollettini inviati da Palazzo Marino a 29mila famiglie, a detta di qualche inquilino, sono altissimi. E non è chiaro se siano dovuti. I conguagli infatti si riferiscono al periodo 2002-2009, anni nei quali le case popolari sono state gestite da aziende private: Ge.fi, Edilnord e Romeo. Appalti costati ogni anno al Comune 18 milioni di euro, e interrotti dall'ex sindaco Letizia Moratti anche dopo che la Procura di Napoli aveva aperto un'inchiesta proprio sulla ditta Romeo. Nel 2002 i costi relativi a spese condominiali e riscaldamento erano raddoppiati, circostanza che aveva spinto i sindacati inquilini a invitare tutti i condomini a non pagare le bollette in attesa di chiarimenti, mai arrivati.
Case popolari, il Comune chiede 7 anni di arretrati in un colpo solo
Ma c'è un altro dettaglio che gli avvocati dei sindacati inquilini vogliono chiarire: "Salvo che gli uffici siano in grado di dimostrare, caso per caso, di aver già inviato il conguaglio a suo tempo, è intervenuta la prescrizione per tutto il periodo, salvo per il 2009", spiega l’avvocato Lina Calonghi. Con un piccolo dettaglio: "Il bollettino riporta un totale, per l’intero periodo, non consente di estrapolare la cifra del solo 2009". L’assessore alla Casa, Daniela Benelli, gioca sulla difensiva: "I conguagli sono un obbligo e l’invio andava fatto per interrompere la prescrizione. I miei dirigenti devono attivarsi, diversamente incorrono in sanzioni della Corte dei conti. Abbiamo prorogato il termine al 30 giugno 2015 e messo a disposizione un numero telefonico di Mm che dal primo dicembre sarà il nuovo gestore. Ogni caso sarà valutato e faremo un piano di ammortamento".