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Voto anticipato in Regione Lombardia, il piano di Roberto Maroni: Election day ad ottobre

Il governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni punta ad andare a elezioni anticipate e a portare i cittadini lombardi al voto tra settembre e ottobre. Già in questi giorni gli esponenti di varie forze politiche stanno discutendo a porte chiuse per siglare accordi pre-elettorali.
A cura di Redazione Milano
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Il governatore della Regione Lombardia punta alle elezioni anticipate. Da tempo nei corridoi di Palazzo Lombardia si vocifera dell'ipotesi, che si sta facendo sempre più concreta grazie all'evolversi del quadro politico nazionale. Roberto Maroni, infatti, punta ad andare al voto anticipato prima della naturale scadenza di mandato del 2018 e progetta l'accorpamento con le elezioni nazionali e, idealmente, con il referendum per l'autonomia regionale previsto per il prossimo 22 ottobre, nel tentativo di aumentare la potenziale affluenza al voto. Sostanzialmente, dunque, in Lombardia si punta al cosiddetto "Election day" il cui destino è legato indissolubilmente alle decisioni che verranno prese in sede nazionale. Le strade vagliate da Palazzo Lombardia al momento sono essenzialmente due: la prima, quella ideale, è un voto anticipato al 22 ottobre, pensato per accorpare elezioni nazionali, regionali e il referendum consultivo indetto dalla Regione per l'autonomia della Lombardia. La seconda strada, invece, qualora il governo decidesse di andare al voto anticipato a settembre, sarebbe quella di accorpare solamente le due elezioni principali, le regionali e le politiche.

Da tempo Roberto Maroni sostiene che questo sarebbe un modo per permettere ai cittadini di risparmiare denaro, perché l'accorpamento delle due tornate elettorali permetterebbe di spendere cifre inferiori per l'organizzazione delle consultazioni, ma dall'altra parte, in realtà, Maroni punta a seguire la scia favorevole che in questo momento vede la Lega Nord in posizione di grande forza a livello nazionale e regionale rispetto al passato, ma anche a blindare l'alto gradimento incassato nel corso degli ultimi 4 anni dal presidente della Regione. Una sorta di capitalizzazione del consenso c'è alla base della strategia maroniana che punta all'Election day: l'obiettivo principale è raggiungere e consolidare una forte maggioranza di governo.

Nel corso degli ultimi giorni la situazione si sta facendo sempre più chiara: al Pirellone si assiste al via vai degli esponenti delle varie forze politiche nazionali, impegnati a discutere a porte chiuse e a concludere accordi di coalizione e alleanza in vista del voto anticipato regionale, ormai sempre più vicino. La situazione, però, appare invece più tesa a livello comunale, dove il sindaco Beppe Sala ha dato una sorta di aut aut ai membri della Giunta. Molti consiglieri comunali e assessori infatti, nonostante siano in carica solamente da un anno, puntano ad abbandonare Palazzo Marino per inseguire l'upgrade politico in Regione. Fonti interne sostengono che Beppe Sala sia amareggiato dalla decisione di alcuni esponenti di punta di Palazzo Marino, ad esempio l'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza, e ha posto ai potenziali "ammutinati" una condizione ben precisa: in caso di candidatura, via dalla Giunta senza aspettare i risultati delle elezioni regionali. Prendere o lasciare, impossibile tenere il piede in due scarpe.

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