Vertice Asem, la beffa delle multe: vigilessa devia le auto in Area C, ma la Ztl è attiva
Lo scorso 15 ottobre, Milano si preparava ad accogliere l’arrivo del vertice euroasiatico, dove si presentarono più di 50 capi di Stato e di Governo. Il capoluogo lombardo per l’occasione si era totalmente blindato: blocco del traffico, strade chiuse e metropolitane rallentate, con tanto di mail inviata dall’amministrazione a oltre 50mila milanesi, consigliando ai cittadini di usare mezzi pubblici ma assicurando comunque dei percorsi stradali alternativi. La città venne chiusa in alcune zone, considerate a rischio: da Linate al centro, viale Forlanini-viale Argonne e viale Forlanini-corso XXII Marzo, l’area che ricopre MiCo e la vecchia Fiera, e infine Duomo e Palazzo Reale, dove era atteso il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Insomma, massima l’organizzazione, con più di duemila carabinieri, poliziotti, finanzieri e jet militari pronti a decollare in caso di emergenza, servizi segreti più l’Aise e l’Aisi, le Agenzie di informazioni e sicurezza esterna e interna, aventi il compito di curare il sistema di protezione dei vari personaggi politici.
Una vigilessa deviò il traffico verso corso Garibaldi, in Area C
A distanza di alcuni mesi, proprio mentre infuriano le polemiche che da settimane ruotano intorno alla questione multe, uno strascico del vertice torna a farsi sentire per qualche automobilista milanese. Il "caso" è stato sollevato da una giornalista del Corriere, che si è vista arrivare a casa una multa per ingresso non autorizzato in Area C. Come altri automobilisti, anche lei durante quei giorni aveva parcheggiato fuori dai Bastioni per poter riprendere l’auto nel pomeriggio e rientrare a casa senza intasare il centro. Una vigilessa, però, in piazza XXV Aprile, all’ennesimo passaggio di una delegazione, aveva deciso di deviare il traffico in corso Garibaldi, via monitorata dalle telecamere. Quando la giornalista, come altri automobilisti, avevano chiesto se fossero accese o meno le telecamere, l’agente aveva risposto in modo secco: "La telecamera è spenta". Tre mesi dopo, la brutta sorpresa: una bella multa di 94 euro.