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Varese, libreria mette in vetrina i libri sull’identità di genere censurati dal sindaco di Venezia

La “Libreria del corso” di Varese ha deciso di mettere in vetrina i libri sull’identità di genere messi al bando da una recente ordinanza del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro: “È il nostro modo di dissociarci da questa decisione antidemocratica”.
A cura di Francesco Loiacono
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Hanno deciso di mettere in vetrina proprio quei libri banditi dalla recente ordinanza del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, eletto con una lista civica di centrodestra. Alla libreria del corso di Varese, sul centralissimo corso Matteotti, i librai hanno voluto prendere in questo modo una netta posizione contro la "censura" alla quale sono stati sottoposti alcuni testi. Si tratta di quei libri "colpevoli, secondo il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, di spiegare ai bambini le diversità di genere", come hanno scritto i titolari della libreria sulla loro pagina Facebook. Quarantanove in totale i libri messi all'indice da nidi e scuole materne, tutti incentrati sull'identità di genere.

I libri censurati a Venezia finiscono in vetrina a Varese

Sulla sua pagina Facebook la libreria ha postato le foto della sua vetrina anti-censura, ricevendo molti apprezzamenti da parte degli internauti: "È il nostro modo di dissociarci da questa decisione antidemocratica". La decisione della Libreria del corso è arrivata nel bel mezzo di un aspro dibattito sulla cosiddetta "teoria del gender", contro la quale la Lega nord ha presentato giovedì in Consiglio regionale una mozione per impedire che venga insegnata a scuola. Secondo le parole del primo firmatario del testo, il capogruppo del Carroccio Massimiliano Romeo, la teoria partirebbe da "assunti del tutto opinabili, quali l’incentivo alla masturbazione infantile, il superamento della famiglia tradizionale, vista come obsoleta, e il fatto che l’identità sessuale sia totalmente indipendente dal dato biologico". Ma quella della Lega sarebbe una clamorosa mistificazione, secondo il Movimento 5 stelle: "La teoria gender non esiste e pertanto non può neanche essere introdotta nelle scuole – ha detto Iolanda Nanni, consigliere regionale del M5s -. Il Carroccio affonda il suo ventre molle nel più becero pregiudizio rischiando, con queste mistificazioni, di alimentare il clima di odio omofobico che serpeggia in certe sacche della società".

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