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Trenord, pendolari lombardi infuriati: “Treni vecchi, a giugno record di corse soppresse”

I pendolari lombardi hanno scritto una lettera alla Regione e a Trenord per denunciare lo “sconcerto rispetto ad una gestione del servizio pessima”. Treni vecchi e senza aria condizionata e personale viaggiante insufficiente sono i problemi strutturali che secondo i pendolari hanno portato al record di corse soppresse registrato lo scorso giugno. La società però replica punto su punto ai pendolari.
A cura di Francesco Loiacono
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Treni vecchi, senz'aria condizionata e con le porte rotte. Personale viaggiante insufficiente che, specie in alcuni giorni dell'anno, causa inspiegabili e sgradevoli cancellazioni di corse. La fotografia del trasporto pubblico locale su ferrovia scattata dai pendolari lombardi è impietosa. Le loro critiche, le loro frustrazioni e le loro richieste sono finite in una lunga lettera inviata al governatore Roberto Maroni, all'assessore regionale ai Trasporti Alessandro Sorte e all'amministratore delegato di Trenord Cinzia Farisè. E le parole con cui si apre la lettera non lasciano dubbi sul giudizio dato al servizio: "I fatti di queste settimane denunciano un tasso di soppressioni dei treni mai visto prima nella storia di Trenord, tranne che a dicembre 2012 quando il sistema collassò. Desideriamo esprimere chiaramente il nostro sconcerto rispetto ad una gestione del servizio pessima", scrive il Coordinamento dei pendolari lombardi nella missiva.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il "terribile" mese di giugno appena passato. Complice un caldo record, ha visto un elevato numero di corse soppresse: le vetture vecchie hanno infatti i finestrini bloccati, e con l'impianto dell'aria condizionata rotto non possono circolare. La stessa Trenord ha ammesso il problema, certificando una media di 82 cancellazioni al giorno: "Le soppressioni registrate nel 2017 sono state concentrate nel mese di giugno, in particolar modo tra l'11 e il 25 giugno giorni di caldo torrido e sulle linee dove circolano i treni più vecchi della flotta. Il binomio caldo-vetustà dei mezzi ha determinato guasti rilevanti comportando il blocco dei vecchi treni mentre le flotte più moderne non hanno risentito di guasti significativi o bloccanti, se non in maniera ‘fisiologica'".

I pendolari: "Problemi strutturali mai risolti"

Ma è il caldo il vero problema? "Ci chiediamo se sia veramente l'afa il problema di un'azienda che opera in Lombardia (le cui estati sono note ai più essere torride) o forse più un affanno, dovuto a una continua rincorsa di problemi mai risolti", si chiedono in maniera retorica i pendolari lombardi. Che, al contrario, individuano in "due problemi strutturali non risolti e forse mai affrontati fuori da pezze messe in emergenza" le cause del pessimo servizio reso da Trenord: "Il primo è l'indisponibilità dei treni per evidente inadeguata e insufficiente manutenzione", scrivono i pendolari. "Il secondo problema strutturale, addirittura più grave del precedente che viene usato per mascherarne la portata, è l'indisponibilità cronica di personale viaggiante che si fa immancabilmente evidente nei tradizionali periodi di vacanza, come i giorni di Natale 2016 o il primo gennaio 2017, con picchi di cancellazioni che non possono essere attribuite ai guasti e ad un'azienda sana".

La lettera si conclude con le richieste dei pendolari: "Chiediamo a Regione che si faccia garante del rispetto del Contratto di Servizio da parte dell'azienda che ha firmato a fronte di 450 milioni di Euro di denaro pubblico che ogni anno i cittadini impegnano per ottenere risultati sul servizio non paragonabili all'investimento fatto. Chiediamo a Trenord – aggiungono – di rendere conto alla collettività dei due problemi strutturali sopra esposti, che vengano seriamente affrontati e non mascherati da una serie di spot autocelebrativi o trattati con inefficaci palliativi in emergenza messi in atto dalle tanto decantate task force, tutto pur di non affrontare i problemi alla radice nell'ottica di minimizzare i costi per massimizzare la remunerazione dell'azienda. Chiediamo un'azienda (che non necessariamente si debba chiamare Trenord…) che si dimostri adeguata a gestire il contratto di servizio più virtuoso e remunerativo d'Italia e che sappia vincere la partita con i giocatori a disposizione senza scaricare continuamente su altri le proprie responsabilità".

La replica di Trenord: "Diffamante il paragone col 2012"

Da Trenord è arrivata una lunga risposta che, a parte evidenziare il picco di soppressioni a giugno, restituisce al mittente le critiche dei pendolari: "Va sottolineato che il raffronto con quanto accaduto nel dicembre 2012 (quando si paralizzò il servizio ferroviario lombardo) è assolutamente fuori luogo oltre che diffamante. Nonostante il picco di soppressioni rilevato nel giugno 2017, le stesse sono inferiori al numero di soppressioni del giugno 2016, con uno sciopero in entrambi i mesi dei due anni".

L'azienda partecipata dalla Regione spiega poi come sia "totalmente errato attribuire le ragioni delle soppressioni alla riduzione del personale in nome del contenimento dei costi: proprio nel giugno 2017 Trenord ha assunto e messo in servizio 44 nuovi capitreno e nel frattempo continua l'implementazione del poderoso piano di assunzioni che prevede l'ingresso di circa 200 nuove risorse tra il 2017 e il primo semestre 2018". Infine, per quanto riguarda la scarsa manutenzione e la vetustà del materiale rotabile, Trenord ha affermato che "mantenendo il trend del primo semestre, le ore/uomo totalizzate alla fine del 2017 dalla manutenzione Trenord saranno circa l'8,5 % in più rispetto a quelle del 2016" e che "dalla seconda metà del 2014 a tutto il 2016 la flotta di Trenord si è arricchita di 58 treni nuovi e altri 18 treni sono stati o saranno immessi in servizio nel 2017". Resterà, comunque, un 40 per cento della flotta composto da treni di età media di 35 anni: "Per ‘svecchiare' ulteriormente la sua flotta Trenord ha allestito un massiccio piano di investimenti in nuovo materiale rotabile, condiviso con Regione Lombardia".

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