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Torna a parlare la vedova del macellaio ucciso in casa: “Nessuno sconto di pena”

In occasione del processo d’appello per i 4 albanesi condannati lo scorso anno, che si terrà venerdì 16 settembre, parla Federica Raccagni, moglie di Pietro, il macellaio ucciso nel 2014 durante una rapina nella loro casa di Pontogno, nel Bresciano.
A cura di Valerio Papadia
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Federica Raccagni
Federica Raccagni

Si dice molto preoccupata Federica Raccagni, vedova di Pietro Raccagni, macellaio ucciso nel 2014 nella sua abitazione a Pontogno, in provincia di Brescia. Venerdì 16 settembre si terrà il processo d'appello per i 4 albanesi ritenuti responsabili della morte del macellaio e già condannati a pene che vanno dai 10 ai 13 anni di reclusione lo scorso anno. Si tratta di Vitor e Pjeter Llushi, Erion Luli e Ergren Cullhaj, che colpirono Pietro Raccagni alla testa con una bottiglia, il quale morì in ospedale 11 giorni dopo.

Federica Raccagni, la moglie del macellaio e ora assessore alla sicurezza nel Comune di Pontoglio si è espressa così in vista del processo d'appello. "I responsabili chiedono lo sconto di pena ma vorrei che non fosse concesso. Ritengo che la vita di un uomo valga di più di 12 anni di carcere che con gli sconti verranno ulteriormente meno. Io voglio una giusta pena e la certezza della pena e più attenzione alle vittime spesso dimenticate" ha dichiarato la vedova di Raccagni.

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