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Timbravano il cartellino e andavano a fare la spesa: denunciati tre dipendenti pubblici a Lodi

Tre “furbetti del cartellino” sono stati denunciati dai carabinieri di Lodi e sospesi dal loro impiego per un anno. I tre, dipendenti dell’ufficio del giudice di pace, timbravano il proprio badge e poi uscivano dall’ufficio per sbrigare incombenze personali: fare la spesa o andare al ristorante, dove si concedevano lunghe pause pranzo.
A cura di Francesco Loiacono
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Tre "furbetti del cartellino" sono stati denunciati dai carabinieri di Lodi e sospesi dal loro impiego per un anno. Le indagini, durate due mesi, hanno consentito di accertare come i tre, dipendenti degli uffici del Giudice di pace, sistematicamente timbrassero il proprio badge (nascosto in un armadietto vicino alla macchinetta per rilevare le presenze) e poi uscissero per sbrigare incombenze che non avevano nulla a che fare con il lavoro.

Come riportato dal quotidiano "Il Giorno" qualcuno andava a fare la spesa, altri arrivavano in ritardo o uscivano prima da luogo di lavoro. E tutti e tre, inoltre, ogni venerdì avevano un rito: trascorrere una pausa pranzo prolungata di un'ora e mezza in un ristorante (sempre lo stesso), anche in questo caso senza chiedere alcun permesso per la "concessione". Nel mirino dei carabinieri sono finiti il 50enne A.M., residente a Crema e dipendente del Ministero della giustizia, il 52enne F.P., residente a Galgagnano, e il 51enne A.D., residente a Terranova dei Passerini, entrambi  dipendenti pubblici provenienti da enti comunali.

Per i tre la procura di Lodi aveva chiesto gli arresti domiciliari, che sono però stati respinti dal giudice per le indagini preliminari. In compenso il giudice ha disposto nei confronti dei tre la sospensione dal pubblico impiego e dal servizio per un anno. Le indagini, condotta grazie a videocamere nascoste installate negli uffici, sono partite dopo la segnalazione di un collega dei tre, probabilmente stufo di dover sopperire con gli straordinari alle loro assenza: nell'ufficio del giudice di pace lavoravano infatti in totale sei persone. Adesso però il presidente del tribunale dovrà correre ai ripari per sopperire alla mancanza forzata dei tre "furbetti".

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