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Tangenti Sanità, il pm: “Formigoni corrotto con 8 milioni, ridicolo pensare a regali”

Dura requisitoria del pm Laura Pedio nel processo che vede imputato a Milano l’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni per associazione a delinquere e corruzione. Per il magistrato Formigoni sarebbe stato corrotto dal faccendiere Daccò e dagli altri imputati con utilità pari ad almeno 8 milioni di euro, al fine di favorire la Fondazione Maugeri. Il pm ha definito offensiva e ridicola la tesi della difesa di Formigoni, che parla invece di “regali tra amici”.
A cura di Francesco Loiacono
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Dura requisitoria del pubblico ministero Laura Pedio nel corso del processo che vede, tra gli imputati, l'ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, attualmente senatore del Ncd. Formigoni è imputato per associazione a delinquere e corruzione perché, secondo l'accusa, avrebbe favorito la Fondazione Maugeri con delibere e leggi ad hoc nonché con il riconoscimento di rimborsi gonfiati per le prestazioni sanitarie effettuate negli istituti medici della Fondazione. Il tutto in cambio, secondo i pm, di "utilità pari ad almeno 8 milioni di euro".

Una corruzione "sistematica" secondo il rappresentante della pubblica accusa, alimentata da un vero e proprio sistema fatto di 50 società sparse per il mondo e utilizzate come "scatole vuote" per lo spostamento di denaro, oltre 88 conti correnti, e tre flussi finanziari accertati: dalla Maugeri e dall'ospedale San Raffaele verso il faccendiere Pierangelo Daccò e l'ex assessore regionale alla Sanità Alberto Simone, da questi due verso Formigoni e dalla Regione verso la Maugeri.

Il pm: "L'ex direttore amministrativo della Maugeri si è comprato Formigoni"

Il pm ha giudicato "offensiva e ridicola" la tesi della difesa dell'ex governatore, che ha definito i benefit ricevuti da Daccò (vacanze in yacht, sconti sull'acquisto di una villa in Sardegna, finanziamenti per la campagna elettorale del 2010) come "regalie tra amici". L'ex Celeste, presente ieri in aula senza però rilasciare dichiarazioni ai giornalisti, aveva più volte ripetuto che quelli ricevuti da Daccò erano semplici regali tra amici e che "tra amici mica ci si scambiano scontrini e ricevute". Il pm Pedio ha invece tratteggiato un quadro del tutto diverso: "L'ex direttore amministrativo della Fondazione Maugeri si è comprato il presidente Formigoni perché Daccò gli ha venduto il presidente, la più alta carica della Regione che poteva dargli gli atti e i finanziamenti di cui aveva bisogno". Parole pesantissime che secondo il magistrato sono però corroborate dalle prove acquisite nelle indagini e nel dibattimento: "Questo è un processo facilissimo, perché i flussi finanziari ci raccontano le relazioni tra le persone".

Nel quadro del "sistema corruttivo" messo a punto da Formigoni, Daccò e dagli altri imputati, il pm ha parlato anche di Comunione e Liberazione, movimento al quale appartengono molti degli imputati. La comune appartenenza al movimento ha fatto da sfondo, offrendo occasioni ulteriori di incontri anche all'infuori della Regione: "Era al meeting di Rimini e anche negli incontri spirituali che si parlava di lavoro e di affari, non era necessario andare in Regione".

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