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Tangenti nella sanità, arrestato il vicepresidente di Regione Lombardia Mario Mantovani

Il vicepresidente ed ex assessore alla Sanità della Lombardia Mario Mantovani è stato arrestato con le accuse di concussione, corruzione aggravata e turbata libertà degli incanti per fatti commessi tra il 2012 e il 2014. Arrestati anche il suo collaboratore e un ingegnere. Indagato l’assessore lombardo al Bilancio Massimo Garavaglia. Pd e M5s annunciano mozione di sfiducia e chiedono le dimissioni di Maroni. Il governatore: “Stupito dall’arresto, ma la Regione è estranea”.
A cura di Francesco Loiacono
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Terremoto giudiziario in Regione Lombardia. Il vicepresidente della giunta, Mario Mantovani, è stato arrestato dalla guardia di finanza con le accuse di concussione, corruzione aggravata e turbata libertà degli incanti. Nell'ambito dell'indagine, condotta dalla procura di Milano, sono finiti in manette anche il collaboratore di Mantovani, Giacomo Di Capua, e Angelo Bianchi, ingegnere del provveditorato alle opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria.

Tra gli indagati anche l'assessore all'Economia Garavaglia

Oltre ai tre arrestati risultano indagate altre 12 persone, che secondo quanto affermato dal procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati avrebbero concorso a vario a titolo nei reati, che sarebbero stati commessi fra il 6 giugno 2012 e il 30 giugno 2014. Tra gli indagati risulta anche l'assessore lombardo all'Economia, Massimo Garavaglia, della Lega, che è accusato di turbativa d'asta.

Mantovani, esponente di Forza Italia e uomo di fiducia di Silvio Berlusconi – che si è detto "stupito" dal suo arresto -, durante il periodo passato al setaccio dalla procura ha ricoperto le cariche di sottosegretario ai Trasporti nell'ultimo governo Berlusconi (era stato eletto come senatore), di sindaco di Arconate ed è poi stato assessore alla Sanità in Regione Lombardia fino agli inizi di settembre, quando è stato sostituito ad interim dal governatore Roberto Maroni.

Le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate dal giudice per le indagini preliminari Stefania Pepe, su richiesta del procuratore aggiunto Giulia Perrotti e del pubblico ministero Giovanni Polizi. Oltre agli arresti, sono state eseguite perquisizioni e sequestri di documenti in relazione ad altre ipotesi di reato, ossia abuso d'ufficio e turbativa d'asta, per cui Mantovani è indagato in concorso con altri soggetti. Le perquisizioni sono scattate nelle sedi delle province di Milano, Pavia, Varese, Vercelli e Rimini, negli uffici degli indagati in Regione e in 9 abitazioni e 17 enti o società riconducibili agli arrestati e ai 12 indagati nell'inchiesta.

Mantovani era atteso alla Giornata della Trasparenza

Proprio martedì mattina il vicepresidente lombardo Mantovani era atteso a Palazzo Lombardia per partecipare all'apertura della "Giornata della trasparenza", una serie di incontri organizzati dalla Regione per promuovere la cultura della legalità. All'evento, al quale avrebbe dovuto partecipare anche il governatore Roberto Maroni, che però poi ha cambiato idea, Mantovani non è però mai arrivato: è stato arrestato prima dai finanzieri nella sua casa di Arconate.

Le accuse: appalti truccati e corruzione

Al centro dell'inchiesta della procura di Milano ci sarebbero diversi episodi di appalti truccati: tra questi quelli relativi alla ristrutturazione di alcune scuole e anche del servizio per il trasporto dei malati dializzati. L'inchiesta sarebbe partita dalla denuncia di un dirigente del Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche per la Lombardia e la Liguria, di cui fa parte l'ingegnere arrestato, Angelo Bianchi. In favore di quest'ultimo Mantovani si sarebbe speso esercitando pressioni sul suo capo, il provveditore Pietro Baratono, affinché lo reintegrasse in servizio dopo essere rimasto coinvolto in un'inchiesta per corruzione della procura di Sondrio. Pressioni denunciate da Alfio Leonardi, dirigente del ministero delle Infrastrutture e del Provveditorato che aveva firmato un ordine di servizio per rimuovere Bianchi.

Altri filoni dell'inchiesta riguardano presunti lavori gratis effettuati in alcune proprietà di Mantovani in cambio di lavori affidati a un architetto, e altri episodi di corruzione relativi all'azienda ospedaliera di Pavia.

Il M5S prepara una mozione di sfiducia

Le arance simboliche portate dal M5s in Regione (Facebook)
Le arance simboliche portate dal M5s in Regione (Facebook)

Non si sono fatte attendere le reazioni alla notizia dell'arresto di Mantovani. Il gruppo Cinquestelle della Lombardia sta preparando una mozione di sfiducia nei confronti della giunta Maroni: "Meglio di così la Lombardia non poteva festeggiare la ‘giornata della trasparenza' – ha dichiarato il consigliere capogruppo Dario Violi, che si è presentato all'evento previsto a Palazzo Lombardia portando una cassa di arance -: il vicepresidente Mantovani e braccio destro di Roberto Maroni è stato arrestato per corruzione e turbativa d’asta. È necessario tornare al voto subito e Maroni e i suoi assessori devono tornarsene a casa a cercarsi un lavoro per la prima volta nella loro vita".

Una riflessione su quanto sta avvenendo in Regione è stata chiesta anche dal Pd, tramite il capogruppo Enrico Brambilla: "La Giornata della trasparenza non si può risolvere in un incontro formale ma bisogna aprire una riflessione su cosa sta accadendo nella maggioranza e se si può andare avanti".

Maroni: "Stupito, ma Regione estranea"

Arriva nel primo pomeriggio il commento del governatore Maroni sull'arresto del suo vice: "Sono rimasto stupito dell’arresto del vicepresidente e assessore Mantovani e mi auguro che sarà in grado di dimostrare la sua correttezza", ha spiegato Maroni in una nota, sottolineando poi che "da quanto si apprende, la gran parte delle contestazioni che gli vengono rivolte sono estranee al suo incarico in Regione". Maroni ha poi affermato di aver già richiesto accertamenti sugli episodi che coinvolgono singole aziende sanitarie lombarde.

Silenzio da parte dei vertici di Forza Italia, mentre Umberto Ambrosoli, ex sfidante di Maroni alle scorse Regionali, non si dice affatto stupito e afferma: "Gli arresti sono la prova che non c'è stata nessuna discontinuità con la gestione Formigoni".

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