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Tangenti Expo, Acerbo patteggia 3 anni e torna libero

L’ex manager e sub-commissario di Expo Antonio Acerbo, arrestato lo scorso ottobre nell’inchiesta sulla “cupola degli appalti” per l’Esposizione universale milanese, ha patteggiato una pena di tre anni con un risarcimento di 100mila euro a favore della società.
A cura di Federica Gullace
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Antonio Acerbo, l’ex manager e sub-commissario di Expo già arrestato lo scorso ottobre nell'inchiesta sulla "cupola degli appalti" per l'Esposizione universale milanese, finito tra gli indagati nell’indagine dei pubblici ministeri di Firenze sulle grandi opere, ha patteggiato una pena di tre anni con un risarcimento di 100mila euro a favore della società. Il gup di Milano ha accolto la richiesta di patteggiamento nella vicenda che vede Acerbo accusato di corruzione e turbativa d’asta per la vicenda dell’appalto “Vie d’acqua sud”. Secondo l’accusa, il manager di Expo avrebbe fatto vincere, nel luglio 201,3 la gara per l’appalto per il progetto del valore di 42,5 milioni di euro a un cartello temporaneo di imprese, guidato da Giandomenico Maltauro e in cui figurava anche la Tagliabue, impresa di cui Castellotti era dirigente. In cambio dell'appalto, o nel 2012, il figlio di Acerbo, Livio, avrebbe ottenuto un contratto fittizio di consulenza da 36mila euro dalla Maltauro con l'accordo di altri 150mila euro mediante un nuovo contratto. Acerbo torna ora libero e sulle orme si avvia a patteggiare anche Andrea Castellotti.

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