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Spese pazze in Regione, 6 ex consiglieri restituiscono i soldi per evitare il processo

I 6 ex consiglieri, i cui nomi restano riservati ma che apparterrebbero a maggioranza e opposizione, hanno restituito all’Erario 133mila euro, l’equivalente di quanto percepito. Una mossa strategica per evitare ulteriori ripercussioni d’immagine e guadagnare attenuanti in vista del processo penale, che inizia il 2 febbraio.
A cura di Francesco Loiacono
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Sei ex consiglieri lombardi, coinvolti nello scandalo delle spese pazze in Regione che riguarda, penalmente, 64 consiglieri, hanno deciso di anticipare le mosse della magistratura contabile. Anche la Corte dei conti, infatti, indaga sui cosiddetti rimborsi facili al Pirellone, e ha già citato in giudizio 22 consiglieri chiedendo loro di restituire i soldi ricevuti indebitamente a fronte di spese non giustificate dal loro mandato. Per anticipare i magistrati, evitando così ulteriori ripercussioni sulla loro immagine e guadagnando un'attenuante nei confronti dei magistrati ordinari, sei consiglieri – i cui nomi restano riservati – hanno versato all'Erario 133mila euro, ossia l'equivalente di quanto percepito dal Pirellone, eccetto qualche piccola spesa di natura informatica. Lo rivela il Corriere, che precisa anche che i consiglieri apparterrebbero sia alla maggioranza sia all'opposizione. L'inchiesta penale, d'altronde, guidata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dai sostituti Paolo Filippini e Antonio D’Alessio, è trasversale.

Il 2 febbraio l'udienza preliminare del processo penale

A spingere i sei consiglieri a questa mossa strategica potrebbe essere stata l'ultima sentenza della Corte dei conti, che ha condannato l’ex consigliere della Lega Nord Angelo Ciocca e l’ex capogruppo Stefano Galli a pagare quasi 22 mila euro. Un'inversione di rotta rispetto alla prima, in cui le tesi dei pm contabili – cioè di condannare i consiglieri non solo per "colpa grave" ma anche per "dolo" – non erano state sposate dai giudici. In quel caso, erano infatti arrivate condanne solo per «colpa grave» per gli ex consiglieri pdl Alessandro Colucci – 25 mila euro – e per gli ex capigruppo Giulio Boscagli e Paolo Valentini Puccitelli – rispettivamente 1.250 e 11.250 euro – dicendo, tra l’altro, che la responsabilità dei rimborsi facili fosse da addossare anche all’andazzo che andava avanti in Regione da anni. Adesso l'inversione di rotta che unito al fatto che a breve – il 2 febbraio – si terrà davanti al giudice Fabrizio D’Arcangelo l'udienza preliminare del processo penale, avrà spinto i sei consiglieri a restituire, volontariamente, i compensi ricevuti.

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