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Si nascondevano al sole di Santo Domingo: arrestati un narcotrafficante e un truffatore

Due italiani, latitanti da diverso tempo, sono stati arrestati a Santo Domingo ed estradati in Italia. In manette un narcotrafficante di 66 anni, ricercato dalla procura di Busto Arsizio, e un 45enne ricercato per truffa ed estorsioni. I due si godevano la latitanza al sole di Santo Domingo, dove si stima che vivano migliaia di italiani alle prese con problemi con la giustizia, come denunciato anche da un reportage di Fanpage.it.
A cura di Francesco Loiacono
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Due latitanti, ricercati da diverso tempo dalle autorità italiane, sono stati arrestati a Santo Domingo ed estradati nel nostro Paese. Si tratta, come riporta il "Corriere della sera", di N.D.S., 66enne ricercato dalla procura di Busto Arsizio (Varese) per cocaina, e di G.M.P., 45enne ricercato per truffa ed estorsioni. I due, che non si conoscevano tra loro, si godevano la latitanza sotto al sole del Paese caraibico. Un'abitudine consolidata: come testimoniato anche da un reportage di Fanpage.it che ha provocato numerose reazioni, a Santo Domingo trovano riparo migliaia di italiani con problemi con la giustizia (più o meno gravi), oltre a diverse categorie di persone comunque in fuga da fallimenti o da prospettive di vita poco rosee nel nostro Paese: alcuni si mantengono ai Caraibi portando avanti attività illegali, come lo sfruttamento della prostituzione.

Da quanto risulta, sembra invece che i due latitanti estradati domenica mattina si dedicassero ad altre attività: D.S. aveva avviato un'azienda specializzata in funghi, mentre P. gestiva un ristorante. Entrambi pensavano di poter sfuggire alla giustizia grazie al vuoto normativo sull'estradizione, che ha reso il Paese caraibico un vero e proprio porto franco per chi ha un passato "ingombrante". In assenza di veri e propri accordi per l'estradizione, infatti, a Santo Domingo uno straniero arrestato può essere espulso nel giro di due giorni dall'arresto. Ma si tratta di un lasso di tempo che facilmente può trascorrere senza che venga preso alcun provvedimento, soprattutto se chi viene arrestato è in grado di pagarsi un buon avvocato o ha disponibilità per "oliare" in qualche maniera gli ingranaggi burocratici del Paese, dove il tasso di corruzione è molto alto.

Nel caso dei due latitanti la collaborazione tra le forze di polizia italiane e dominicane ha funzionato a dovere. Ma sull'isola caraibica restano migliaia i latitanti in attesa di essere catturati: grazie anche a politiche molto "allegre" sul rilascio dei visti praticate in passato (come denunciato da un'inchiesta di Fanpage.it) si stima che siano molte di più, rispetto a quelle ufficiali, le presenze italiane sull'isola. "Fantasmi" che però non hanno paura della luce del sole, anzi: se lo godono restando in molti casi impuniti.

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