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Scontri No Expo, chieste pene fino a 5 anni e 8 mesi. Il Comune avvia richiesta danni

A quasi un anno di distanza dagli scontri del corteo No Expo di Milano del primo maggio 2015, il pm Basilone ha chiesto la condanna di 4 persone: la pena più alta è 5 anni e 8 mesi. Intanto il Comune di Milano ha chiesto alla procura di essere indicata come persona offesa in tutti i procedimenti penali relativi al corteo.
A cura di F.L.
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A quasi un anno dagli scontri e dalle devastazioni del primo maggio 2015, il processo nei confronti di quattro antagonisti arrestati durante il corteo No Expo a Milano è arrivato alla fase della requisitoria. Il pubblico ministero Piero Basilone ha chiesto pene dai 4 anni e 4 mesi fino ai 5 anni e 8 mesi: le più basse per gli incensurati Nicolò Ripani e Edoardo Algordi, le più alte per Andrea Casieri e Alessio Dell'Acqua, con alle spalle reati che vanno dal furto alle minacce. I quattro, che furono arrestati nel novembre scorso, sono accusati di devastazione e incendio, resistenza a pubblico ufficiale e travisamento.

Secondo il pm la "guerriglia urbana" che si scatenò per le strade del centro di Milano era stata pianificata. Adesso, dopo gli interventi delle difese degli imputati nella prossima udienza, sarà il giudice per l'udienza preliminare Roberta Nunnari, il prossimo 9 giugno, a valutare la solidità delle accuse ai quattro.

Il Comune chiede di essere indicata come persona offesa

Sul fronte dei risarcimenti è da registrare la decisione di Palazzo Marino di essere indicata come persona offesa in tutti i procedimenti penali relativi al corteo del primo maggio 2015. La costituzione del Comune di Milano come parte civile è una sorta di giallo: Palazzo Marino non risulta infatti ancora tra le parti civili – ci sono invece il Viminale e Unicredit, che hanno chiesto rispettivamente un risarcimento di oltre 300mila e 870mila euro – nonostante, come recita una nota del Comune, abbia "depositato lo scorso 27 aprile formale istanza, ampiamente motivata, al Gip di essere ammesso nel procedimento penale come parte offesa, in quanto, per mero errore, non era stata notificata al Comune la data di fissazione della prima udienza".

Palazzo Marino si è preparato una sorta di piano B: "Qualora non vi fosse una risposta positiva sulla rimessione in termini come previsto dalla legge ha già predisposto tutti gli atti necessari per instaurare una azione di risarcimento dei danni in sede civile nei confronti degli attuali quattro imputati per i quali è stata fatta dal P.M. richiesta di condanna". Inoltre "l’Amministrazione comunale ha depositato formale richiesta alla Procura di essere individuata come persona offesa nei prossimi procedimenti penali riguardanti i danni provocati durante la manifestazione del Primo maggio 2015 così da potersi costituire parte civile nei confronti di tutti gli imputati per i quali sarà richiesto il rinvio a giudizio o vi sarà il giudizio immediato". Per gli scontri del primo maggio sono infatti circa 300 le persone ancora indagate.

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