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Scontri all’università Statale, condannati sette antagonisti

Sette antagonisti, considerati responsabili dei disordini all’Università Statale di Milano del 6 maggio 2013, sono stati condannati a pene da sei mesi fino a nove mesi di reclusione dal tribunale di Milano. I legali degli imputati hanno annunciato che presenteranno ricorso.
A cura di F.L.
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Sette antagonisti, considerati responsabili dei disordini all’Università Statale di Milano del 6 maggio 2013, sono stati condannati a pene da sei mesi fino a nove mesi di reclusione. A deciderlo, martedì 14 luglio, è stato il collegio della quarta sezione penale del tribunale di Milano, presieduto dal giudice Oscar Magi. I sette erano accusati a vario titolo di resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, violazione della legge sulle armi per la detenzione di sampietrini, sassi e un ombrello e altri reati per gli scontri avvenuti nel 2013 durante l’occupazione della libreria ex Cuem e il successivo sgombero da parte delle forze dell’ordine. La richiesta del pubblico ministero Piero Basilone nei confronti dei sette era stata più severa, con condanne fino a tre anni e cinque mesi.

I legali degli antagonisti: "Faremo ricorso in appello"

Il processo si è svolto a porte chiuse per ragioni di sicurezza, nell'aula bunker di via Ucelli di Nemi, nel quartiere di Ponte Lambro. Per cinque imputati il giudice ha disposto anche la sospensione della pena per la condizionale. I legali degli imputati, Eugenio Losco e Mauro Straini, hanno annunciato che faranno ricorso: "Impugneremo la sentenza e faremo ricorso in appello – hanno spiegato gli avvocati -. Dimostreremo che non si è trattato di resistenza ma di una reazione a un atto arbitrale delle forze dell’ordine". Tra le persone condannate in primo grado – a 8 mesi – figura anche Gaetano Mazzarelli, arrestato nel luglio scorso con l’accusa di terrorismo per aver partecipato all’assalto notturno del cantiere della Tav di Chiomonte il 13 maggio 2013 – pochi giorni dopo i fatti della Statale. Mazzarelli, detenuto in carcere per porto di armi da guerra (le molotov) e violenza a pubblico ufficiale, entrambi fatti legati alle proteste No Tav, nelle scorse settimane ha ottenuto gli arresti domiciliari.

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