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Saronno, oscurata pagina Facebook dell’infermiera: ma le foto dei figli sono sempre online

Il profilo Facebook di Laura Taroni, infermiera arrestata assieme all’amante Leonardo Cazzaniga con l’accusa di omicidio volontario, è stato oscurato su intervento della procura di Busto Arsizio per tutelare i due figli minori della donna. Ma le foto dei bambini sono ancora visibili su alcuni gruppi e pagine che insultano la donna. Intanto tra gli indagati ci sarebbe anche un maresciallo dei carabinieri.
A cura di Francesco Loiacono
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Burocrazia e social network. Anche questi due aspetti si intrecciano nella vicenda di Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga, infermiera e medico in carcere (lei a Como e lui a Busto, la richiesta di domiciliari è stata respinta) perché accusati di omicidio volontario in relazione alla morte di alcuni pazienti dell'ospedale di Saronno e del marito della donna, stroncati da un mix letale di farmaci: il "protocollo Cazzaniga". Il profilo Facebook di Laura Taroni è stato oscurato su intervento della procura di Busto Arsizio. Il motivo sarebbe quello di tutelare i due figli minori della donna (di 9 e 11 anni) dopo alcuni insulti postati da utenti sotto le fotografie dell'infermiera 40enne. Ma il paradosso è che sullo stesso social network sono comparsi (e visibili nel momento in cui questo articolo viene scritto) gruppi e pagine che insultano la coppia arrestata e mostrano senza alcun ritegno foto dei due bambini dell'infermiera accompagnate da frasi di cattivo gusto, relative ad alcuni aspetti dell'inchiesta sulla madre. Molti gli utenti che hanno affermato di aver segnalato l'episodio a Facebook, che avrebbe però risposto che le immagini postate rispettano i propri standard.

Tra gli indagati un maresciallo dei carabinieri

Sul fronte delle indagini, intanto, è emerso che tra i 15 indagati ci sarebbe anche un maresciallo dei carabinieri, al quale uno dei medici dell'ospedale di Saronno (anche lui indagato per falso ideologico) avrebbe consegnato una lettera in cui esprimeva dubbi sull'operato dell'infermiera in relazione alle "cure" al marito, Massimo Guerra, poi deceduto. La lettera in questione però non si trova, e il carabiniere ha affermato di non averla mai ricevuta.

Il procuratore di Busto: "Nessun muro di omertà"

Il procuratore capo di Busto Arsizio, Gianluigi Fontana, all'Ansa ha fatto il punto sulle indagini: "Parlare di muro di omertà non è corretto", ha detto in riferimento all'interrogatorio dell'ex direttore dell'Asl di Busto, Roberto Cosentina, indagato per omessa denuncia e favoreggiamento e ascoltato ieri dal magistrato. Cosentina avrebbe "fatto chiarezza e risposto", secondo Fontana, che si è poi detto "sbalordito per l'eco mediatica" data alla vicenda della coppia killer. La Camera penale di Busto potrebbe presentare denuncia per la fuga di notizie sull'inchiesta.

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