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Sanità lombarda, nuove accuse all’ex governatore Formigoni: corruzione aggravata

I pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio hanno notificato all’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni un avviso di conclusione indagini per corruzione aggravata nell’ambito delle presunte tangenti sulla sanità lombarda. Formigoni, già a processo per le presunte tangenti versate dalla Fondazione Maugeri, commenta: “Non c’è una sola parvenza di prova”.
A cura di Francesco Loiacono
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Nuove accuse all'ex governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, nell'ambito del processo sul presunto giro di tangenti nella sanità lombarda, che lo vede già a processo per corruzione e associazione a delinquere in merito alla vicenda della Fondazione Maugeri di Pavia. Giovedì, come riporta il quotidiano Repubblica, i pubblici ministeri milanesi Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio hanno notificato a Formigoni, attualmente senatore di Ncd, un avviso di conclusione indagini per corruzione aggravata. Al centro delle nuove accuse il ruolo di Massimo Gianluca Guarischi, considerato dagli inquirenti il "grimaldello" per ottenere favori dall'allora giunta Formigoni. Guarischi è stato condannato a 5 anni di reclusione per corruzione nel novembre 2014. Nel procedimento a suo carico non era coinvolto Formigoni, anche se nelle motivazioni della sentenza depositate nel febbraio di quest'anno i giudici avevano scritto che l'ex Celeste aveva ottenuto "sicuri vantaggi e utilità personali" da Guarischi. Si tratta secondo gli inquirenti di pranzi e cene in ristoranti, di vacanze e spostamenti pagati da Guarischi all'allora governatore per favorire le aziende di cui era intermediario Guarischi.

Il processo Maugeri

Guarischi in questo ruolo secondo gli inquirenti aveva preso il posto di Angelo Daccò, faccendiere detenuto dal novembre 2011 per il crac dell'ospedale San Raffaele e a processo insieme a Formigoni per le presunte tangenti versate dalla Fondazione Maugeri. Giovedì, nel corso di un'udienza del processo Maugeri, è proseguito l’interrogatorio dell’ex direttore amministrativo della Fondazione, Costantino Passerino. Interrogato dai pm Laura Pedio e Antonio Pastore, Passerino, come riportato dal Corriere, si è soffermato sulle presunte vacanze pagate da Daccò a Formigoni: "Daccò mi riferiva che andava in vacanza con Formigoni, non che pagava lui. Il fatto che le vacanze di Formigoni fossero pagate con i nostri soldi era una mia deduzione: Daccò aveva dei fondi a disposizione e poteva spenderli come meglio credeva. Durante i viaggi parlavano anche della Maugeri, e speravo che questo fosse utile per un intervento di Formigoni". Nell'interrogatorio si è affrontato anche il contributo elettorale di 600mila euro richiesto da Daccò, a suo dire, per conto di Formigoni. : "Non so se i 600mila euro siano andati effettivamente a Formigoni".

Gli appalti per i macchinari

Nella fitta rete delle presunte tangenti alla sanità lombarda durante il lungo governo di Formigoni in Lombardia si inscrivono anche gli appalti per alcuni macchinari diagnostici distribuiti dalla ditta di Giuseppe e Massimiliano Lo Presti, di cui Guarischi era intermediario. Il macchinario era stato acquistato dalla Hermex nell'ospedale di Cremona attraverso una "procedura negoziata senza bando di gara e con invito alla sola Hermex", a un costo superiore di quello pagato dall'ospedale di Como per lo stesso macchinario. Per questa vicenda sono indagati per corruzione l'allora direttore generale dell'ospedale di Cremona Simona Mariani, per turbata libertà del procedimento di scelta l’ex direttore generale della sanità lombarda, Carlo Lucchina e l’ex assessore regionale Luciano Bresciani. Questi ultimi due sono anche accusati di abuso d'ufficio insieme all'ex sottosegretario alla Presidenza della Regione, Paolo Alli, per aver convocato l'allora direttore generale dell’Istituto Nazionale dei Tumori, Gerolamo Corno per cercare di spingerlo all'acquisto del macchinario, poi non effettuato.

Formigoni: "Non c'è parvenza di prova"

"Le migliaia di pagine depositate ieri dalla Procura sono per quanto mi riguarda l’estratto del nulla", ha detto Formigoni commentando la chiusura delle indagini dei pm milanesi che potrebbe costargli un altro processo per corruzione. "Non c’è una sola parvenza di prova, nulla di nulla – dice Formigoni in una nota -. Tutti i presunti addebiti a mio carico sono stati spiegati e rispiegati da me: esistono copie di assegni di versamenti da me effettuati, non ho ricevuto un solo euro, non c’è nessuna dimostrazione di versamenti a me. È la solita inchiesta che ha unicamente motivazioni politiche – conclude l'ex Celeste -. L’affronterò come sempre dimostrando come sempre la mia completa innocenza".

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