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Riforma della sanità, c’è il primo sì: scompaiono le Asl, nasce l’assessorato al Welfare

Primo sì in commissione al progetto di riforma della sanità in Lombardia, voluto dal governatore Roberto Maroni. Il testo sarà discusso nell’Aula del Consiglio regionale dal 14 luglio. Tra le novità l’accorpamento degli assessorati alla Salute e alla Famiglia, la scomparsa delle Asl e l’assunzione dei precari negli ospedali.
A cura di Francesco Loiacono
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La riforma della sanità in Lombardia incassa un primo sì. Grazie a un accordo raggiunto in Commissione tra Forza Italia, Lega e Ncd, ieri il progetto di riordino del settore voluto dal governatore Roberto Maroni è stato approvato in tutti i suoi articoli. Si tratta però solo di un primo passaggio: il progetto dovrà passare dall'aula del Consiglio regionale, dove sarà discusso dal 14 luglio al 6 agosto, e dove il testo potrebbe essere riformulato sulla base di compromessi tra le diverse forze politiche della maggioranza.

A sbloccare la riforma è stato il voto favorevole di Forza Italia, che si opponeva a uno dei punti fondamentali del progetto, l'accorpamento degli assessorati alla Sanità e alla Famiglia in un'unica struttura, l'assessorato al Welfare. Alla fine i forzisti sono riusciti a ottenere una modifica che li ha convinti a votare sì: "Il presidente della Regione avrà la facoltà di riunire gli attuali assessorati a Sanità e Famiglia, ma nel rispetto dei principi statuari della Lombardia", ha spiegato Claudio Pedrazzini, capogruppo di Fi. Significa che la riunificazione non sarà prevista per legge, ma resterà a discrezione del governatore.

Riforma della sanità in Lombardia: cosa cambia

Il disegno di legge prevede la scomparsa delle attuali 15 Asl, che saranno sostituite dalle Ats (Agenzia di tutela della salute). A loro spetterà decidere su contratti, negoziazione e acquisto. Cambiamenti in vista anche per gli attuali 29 ospedali, che saranno sostituiti dalle Asst (Aziende socio sanitarie territoriali) che dovranno occuparsi delle cure sia ospedaliere sia territoriali per anziani e cronici. La definizione della mappa con l'indicazione delle aree territoriali di Ats e Asst è stata rinviata alla prossima settimana.

La riforma della sanità prevede anche maggiore autonomia per l'Areu, che gestisce il 118 e che dovrebbe diventare responsabile anche dei pronto soccorso, l’assunzione di tutti i precari negli ospedali e facilitazioni per il lavoro part-time delle madri. Resta la libertà di scelta e la parità tra pubblico e privato, mentre la cosiddetta legge Daccò – che prevedeva finanziamenti agli enti ‘no profit' per progetti speciali, soprattutto edilizi – è stata stralciata: potrebbe però essere reinserita in una versione più leggera.

Dura l'opposizione: "È una riforma zoppa e gattopardesca", dicono Dario Violi e Paola Macchi del Movimento 5 stelle. Mentre per Sara Valmaggi e Carlo Borghetti del Pd "i problemi rimangono inalterati e gli scandali non sono scongiurati".

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